"La scossa del 29 maggio fu una catastrofe"

Ieri a Mirandola, epicentro del secondo terremoto del 2012, commemorazione in piazza delle vittime. "Nessuno potrà dimenticare"

Migration

di Marcello Benassi

E’ una data indelebile, quella del 29 maggio, nella memoria soprattutto dei mirandolesi, uno spartiacque fra un ’prima’ e un ’dopo’ che ha cambiato la vita di una comunità intera. Dieci anni fa, alle 9.06 del mattino, una violenta scossa di terremoto sbriciolava i muri di case, fabbriche e monumenti, stroncando le vite di ventinove persone. Era l’anno zero, l’inizio di un faticoso percorso di ricostruzione, che, un decennio dopo, è quasi giunto al termine, senza tuttavia riuscire a cancellare la memoria di quegli eventi drammatici.

Proprio su questi due aspetti – da un lato, il ricordo, dall’altro, la celebrazione di quanto recuperato, – si è incentrata la commemorazione di ieri in piazza Costituente. Alla presenza delle autorità locali, moltissimi mirandolesi si sono riuniti al fine di vivere insieme un momento di riflessione, accompagnati dalle melodie della banda giovanile John Lennon e dal canto del coro giovanile Augusta.

"Ringrazio tutti coloro che in quei giorni difficilissimi sono intervenuti a supporto della popolazione – ha esordito il sindaco Alberto Greco – nessuno di noi può dimenticare il senso di smarrimento e angoscia di fronte a una catastrofe così grande. I mirandolesi hanno però saputo mettere in campo tutte le migliori qualità, dando prova di esemplare laboriosità".

Una tenacia e un impegno che, dieci anni dopo, hanno consentito di assistere a una ricostruzione quasi ultimata. "Mancano alcuni edifici pubblici", ha ammesso il primo cittadino, "ma i vincoli storici e culturali necessitano di tempi più lunghi. Inaugureremo il nuovo polo culturale entro l’anno, presto partiranno anche i lavori per il municipio e le scuole elementari di Via Circonvallazione. Discorso diverso riguarda l’ex Gil: la struttura fortemente ammalorata ha obbligato a una dilatazione dei tempi". Sul palco, anche l’ex sindaco Maino Benatti, che ha espresso il proprio personale ricordo: "sono stati giorni durissimi, in cui la comunità ha saputo rimanere unita, dando prova di grande coesione". Poi una stoccata al centrodestra: "abbiamo agito coinvolgendo anche i cittadini stranieri, e non escludendoli, come qualcuno avrebbe voluto". A prendere parte alla celebrazione, anche i rappresentanti della polizia locale, le delegazioni del Friuli-Venezia Giulia e della Valle d’Aosta e la Protezione Civile.