REDAZIONE MODENA

L’aggressione: "Offese e minacce per un certificato. E’ intollerabile"

Il racconto di una dottoressa: "Pretendeva l’attestato di malattia: ha devastato lo studio".

L’aggressione: "Offese e minacce per un certificato. E’ intollerabile"

"Prima mi ha puntato contro il pugno, poi ha devastato la porta e scagliato sedie sulla scrivania. Il mio collega è intervenuto e mi ha chiuso in una stanza fino a che il paziente non si è calmato. Siamo esposti a tutto e sono preoccupata per il futuro". A raccontare una delle tante aggressioni ai sanitari è una dottoressa, un medico di base della provincia che non nasconde i propri timori. "Questa persona mi aveva contattato per un certificato di malattia ma non era mio paziente. Gli avevo spiegato che avrei potuto rilasciarlo dopo averlo visitato. Una volta arrivato in ambulatorio – parliamo di circa un mese fa – lo avevo invitato a trovare subito un medico. ’Se non fai in tempo io comunque sono qua e te lo posso fare’ lo avevo rassicurato. Se ne era andato via tranquillamente, era venerdì. Trascorso il week end, lunedì, avevo trovato una serie di messaggi in cui chiedeva il prolungamento della malattia. Avevo ripetuto all’uomo che doveva tornare in ambulatorio per sottoporsi ad una visita ma in risposta mi aveva inviato una serie di messaggi affermando di star male e di aver mal di schiena. Non l’ho più sentito – continua la dottoressa – fino al giovedì quando la mia segretaria mi ha avvisato del fatto che in sala d’attesa c’era un uomo molto agitato che chiedeva un certificato". Arrivato il suo turno, la dottoressa lo ha raggiunto in sala d’attesa. "A quel punto lui ha iniziato ad insultarmi, affermando che pur essendo ammalato lo avevo costretto a venire in ambulatorio per il certificato. ’Visto che sei così aggressivo e maleducato, vai dalla guardia medica, io non te lo faccio’ ho risposto. A quel punto il paziente ha iniziato a sbraitare sempre più forte, lanciando sedie. Non ho voluto accondiscendere alla sua violenza. ’Io non te lo faccio’ ho ribadito facendogli presente che stava spaventando altri pazienti e facendo piangere un bambino. L’uomo ha però afferrato le sedie dallo studio, le ha sbattute sulla scrivania e mi ha mostrato i pugni. Poi – continua – ha sfogato la propria rabbia contro la porta e l’ha sfondata. Un mio collega è uscito subito per mediare la situazione e mi ha chiuso nello studio. Alla fine, con le buone lo ha fatto calmare spiegandogli che quella era la legge e rassicurandolo sul fatto che gli avrebbe fatto il certificato. Io sono rimasta con l’adrenalina addosso – commenta ancora la dottoressa – siamo abituati, il nostro è un lavoro a rischio ma questa persona mi ha pure minacciato affermando: ’Tanto so dove abiti’". La dottoressa ha segnalato l’episodio ai carabinieri, "ma non ho denunciato perchè so che non finirà in carcere.

Ho subito tante aggressioni verbali al telefono nel tempo e posso dire che la situazione sta degenerando: non è tollerabile".

Valentina Reggiani