VALENTINA REGGIANI
Cronaca

Lanza a processo. Patteggia per le armi. Ma resta indagato nel giallo di Daniela

Per il 67enne di Polinago un anno e mezzo che sconterà da uomo libero. Decaduto anche l’obbligo di firma. Il legale: "Ritrovate serenità e dignità". Rimane aperto il capitolo relativo alla scomparsa della 31enne di Vitriola

Lanza, alcune settimane fa, all’uscita dal carcere insieme al suo avvocato Gianelli

Lanza, alcune settimane fa, all’uscita dal carcere insieme al suo avvocato Gianelli

Modena, 1 aprile 2025 – Domenico Lanza è un uomo libero. Il 67enne ad oggi unico indagato per la scomparsa di Daniela Ruggi, la 31enne di Vitriola Montefiorino sparita nel nulla a settembre scorso, ieri ha patteggiato un anno e mezzo di carcere – pena sospesa – per la detenzione di armi e la misura a cui era sottoposto, l’obbligo di firma, è decaduta.

Parliamo del noto ‘sceriffo’ di Polinago, finito in carcere non per reati connessi alla scomparsa di Daniela, ma per il possesso di numerose armi e munizioni, rinvenute dai carabinieri all’interno della sua abitazione.

I militari avevano effettuato un sopralluogo proprio in cerca di tracce che potessero portare alla giovane, dal momento che il 67enne era in possesso degli indumenti intimi di Daniela.

Nel perquisire l’abitazione isolata, però, erano incappati nelle pistole e nei lanciarazzi detenuti illegalmente da Lanza e appartenuti al padre.

Da qui l’arresto e il procedimento a suo carico, che si è concluso ieri.

L’abitazione dell’uomo, così come la sua vettura, restano però sotto sequestro: dopo il sopralluogo del Ris di Parma ancora si attendono gli esiti degli accertamenti tecnici e biologici effettuati sul posto.

Soddisfazione è stata espressa ieri dal legale di Lanza, avvocato Fausto Gianelli: "E’ andata bene, oggi si chiude un capitolo, quello che ha portato Domenico in carcere. Ovvero il capitolo della vicenda relativo alla detenzione di armi modificate da guerra: la perizia ha appurato che non erano denunciate ma non si trattava di un arsenale (e che non avevano mai sparato). Il giudice ha accolto la nostra proposta: l’applicazione di una pena concordata patteggiata, che consente a Lanza – che ha già trascorso tre mesi in carcere – di non scontare nessun ulteriore giorno in cella, e di essere da oggi uomo libero decadendo ogni misura cautelare a cui era sottoposto; ovvero l’obbligo di firma".

Gianelli ha poi spiegato come la proprietà del 67enne resti però sotto sequestro: "Rimane il secondo capitolo, quello sul quale ci interroghiamo tutti, la scomparsa di Daniela che stiamo cercando. Il mio assistito è ancora formalmente indagato e aspettiamo che si concluda la perizia del Ris che porterà al dissequestro dell’abitazione e dell’auto.

Ero presente alle indagini con il luminol – conclude – non sono emerse tracce di sangue o comunque di violenza.

Ora attendiamo gli esiti degli accertamenti genetici. La liberazione dal carcere per Domenico Lanza è stata comunque la fine di un incubo: riacquista serenità ma anche dignità".

Per il 67enne è stato dunque, ieri, l’ultimo giorno di ‘firma’ nella caserma dei carabinieri.

All’uscita dal carcere lo ‘sceriffo’ aveva ribadito di non aver più sentito Daniela da settembre e in ogni caso prima della data presunta della scomparsa, ovvero il 20 dello stesso mese.

"L’ho sempre e solo aiutata" aveva sottolineato spiegando di non avere idea di dove potesse essere ma di augurarsi soltanto che stesse bene.