L’arresto per tentata estorsione. Trova il cellulare di un ragazzino: "Poi il ricatto per restituirlo"

Secondo l’accusa un 32enne nigeriano avrebbe visto un 15enne perdere il telefonino vicino al Novi Sad. Contattato dal fratello, avrebbe chiesto in cambio 50 euro. Ma lo studente si è presentato con la polizia.

L’arresto per tentata estorsione. Trova il cellulare di un ragazzino: "Poi il ricatto per restituirlo"

L’arresto per tentata estorsione. Trova il cellulare di un ragazzino: "Poi il ricatto per restituirlo"

Ha notato cadere dalle tasche di uno dei ragazzini il cellulare. Subito se ne è appropriato: a suo dire per restituirlo al proprietario, a parere della presunta vittima per estorcergli denaro. L’uomo, un nigeriano di 32 anni è stato arrestato con l’accusa di tentata estorsione. I fatti risalgono a giovedì pomeriggio, nell’area del noto ‘triangolo’ Novi Sad, autostazione e stazione dei treni. La presunta vittima, un 15enne di Reggio Emilia si trovava in compagnia di alcuni amici nei pressi del Novi Sad. Il minore, così come gli altri, stava ‘impennando’ il monopattino in una sorta di scherzosa competizione. In quel frangente, dalla sua tasca è caduto l’Iphone 13 e il 32enne, accortosi di quanto accaduto, lo ha raccolto da terra. L’imputato ha spiegato ieri, in sede di direttissima, davanti al giudice, di aver cercato di raggiungere il ragazzino in sella al suo skateboard per restituirgli il telefonino, ma di non esserci riuscito. Fatto sta che, poco dopo, il nigeriano, regolare sul territorio, è stato contattato dal fratello maggiore dello studente che gli ha chiesto del telefonino. "Gli ho detto che non volevo nulla per restituirglielo, ma lui mi ha offerto 50 euro" - ha raccontato ancora l’imputato in aula. Secondo il fratello del 15enne, invece, sarebbe stato l’arrestato a chiedere 50 euro per la restituzione della refurtiva. Lo studente poco dopo si è quindi recato in stazione per incontrare il giovane straniero ma, vedendo arrivare il ragazzo, si sarebbe spaventato e avrebbe chiesto aiuto al capotreno.

L’imputato, a quel punto, si sarebbe dileguato. Richiamato dal fratello maggiore dello studente, avrebbe così dato un secondo appuntamento al minore alla stazione delle autocorriere. Il ragazzino si è presentato insieme agli agenti della polizia locale, chiamati nel frattempo, che hanno arrestato il 32enne per tentata estorsione. "Ero andato in stazione per restituire il telefono ma il ragazzino si è spaventato vedendomi e mi sono sentito offeso, umiliato", ha dichiarato l’imputato. Ieri il pm aveva chiesto il divieto divieto di dimora per il 32enne e il giudice, su richiesta della difesa dell’imputato, l’avvocato Giulia Testa ha disposto per il 32enne l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Il 30 maggio ci sarà la prosecuzione della direttissima.

Valentina Reggiani