Lavoratori dipendenti sempre più poveri "In 5 anni il reddito medio cala di 900 euro"

Indagine di Federconsumatori che fotografa una situazione drammatica soprattutto per gli under 35, gli stranieri e le donne

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di Sofia Silingardi

"A Modena crescono le differenze e si allarga la forbice dei redditi. L’arretramento del reddito medio supera, tra il 2016 e il 2021, i 900 euro. Ma i dati riguardanti donne, giovani under 35 e stranieri sono terribili". Questi, in breve, i risultati della seconda indagine svolta quest’anno sul reddito dei lavoratori presentata da Federconsumatori. La scelta della tempistica ha un obiettivo: "Abbiamo deciso di anticipare di alcuni mesi l’elaborazione e la presentazione dell’indagine – spiega il presidente Marzio Govoni (nella foto)– perché illustra un’emergenza che deve essere al centro della campagna elettorale". E, precisa, "vorremmo delle risposte più chiare".

Sono state esaminate oltre 470mila dichiarazioni dei redditi negli anni fiscali 2016-2021, in particolare fino al 21 agosto 2022. L’unica nota ‘positiva’ di un’analisi che dipinge un quadro a dir poco drammatico è che, per quanto riguarda i redditi del 2021, "si è registrato un incremento generale del 3,2%, che deflazionato arriva a 1,2%. Incremento non scontato, frutto dell’importante ripresa di quell’anno dopo la fase più acuta della pandemia". Tuttavia, tale recupero si riferisce prevalentemente a una precisa fascia di lavoratori: uomini, qualificati e over 45. Infatti, "il recupero non deve far suonare le campane a nessuno: l’arretramento del reddito medio supera, tra il 2016 e il 2021, in termini reali, i 900 euro. Vale a dire il -4,6% (deflazionato). Ma per gli under 35, la percentuale raddoppia: si parla dell’8%. E questo in attesa del terribile 2022". Non a caso, l’indagine si intitola ‘No future?’. Secondo la ricerca, a Modena la fascia debole è ormai maggioritaria, mentre la fascia intermedia si assottiglia sempre di più. Peggiora o rimane negativa la condizione reddituale nei settori a forte presenza di lavoro irregolare, segnale di una crescita di lavoro nero e ’grigio’, di falsi part-time, di false collaborazioni. Inoltre, sembra inarrestabile, nelle nuove assunzioni, la crescita del tempo determinato a discapito di quello indeterminato, ormai marginale. I lavoratori nati all’estero registrano, in provincia, un reddito inferiore del 25% rispetto ai nati Italia, poiché spesso si ritrovano occupati nei settori più poveri: turismo, servizi, logistica. Altro tasto dolente, anzi dolentissimo: la condizione della donna lavoratrice. Il loro reddito è inferiore del 26,5% rispetto a quello degli uomini. Infatti, la situazione generale è già di per sé drammatica: il reddito medio calcolato per le certificazioni del 2022 ammonta a 18.780,32 euro, 1000 euro in meno rispetto al 2016.

Ma se si tiene conto del genere, peggiora: laddove gli uomini hanno un reddito medio di 21.496,33 euro, quello delle donne si ferma a 15.785,81. E scende sotto i 10mila per le lavoratrici under 35. Parlando di donne in età fertile, e considerando il quadro generale, non stupisce la denatalità: in provincia di Modena, i nati sono calati quasi di un terzo. Inoltre, quasi un terzo delle donne in generale lavora a tempo determinato, ma le under 35 sono più della metà. Ciò significa che tutti i nuovi rapporti di lavoro per le donne sono a tempo determinato. Tra i redditi medi dichiarati, quelli più alti rientrano nel settore della ceramica e della mobilità generale e industriale mentre quelli più bassi riguardano il commercio e la logistica, l’edilizia e la ristorazione.