Le ceneri del comandante Telleri saranno sparse a Monte Santa Giulia

La cerimonia, promossa dalle sedi Anpi di Palagano, Montefiorino e Prignano-Polinago, si svolgerà domenica per celebrare il comandante partigiano noto a tutti col nome di ’Minghin’.

Le ceneri del comandante Telleri saranno sparse a Monte Santa Giulia

Le ceneri del comandante Telleri saranno sparse a Monte Santa Giulia

Le ceneri del comandante partigiano Domenico Telleri, nome di battaglia Minghin, saranno disperse a Monte Santa Giulia, terra dove era nato il 7 gennaio 1914 e dove aveva combattuto. La cerimonia, promossa dalle sezioni Anpi di Montefiorino, Palagano e Prignano-Polinago, si svolgerà domenica nella sala conferenze del parco provinciale della Resistenza. Nemmeno un mese dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 fece la scelta di combattere i nazisti e i fascisti. Fu sul finire di febbraio 1944 che sulle alture di Monchio di Palagano si costituì un gruppo di ‘ribelli’ composto da giovani, quasi tutti renitenti alla leva, e Domenico Telleri, caporal maggiore di fanteria nell’esercito italiano, ne divenne il comandante con il grado di capitano.

La Brigata, che in seguito prese il nome di Dragone e aveva sede a Vitriola, con i suoi 1195 uomini risultò la più numerosa sul nostro Appennino. Faceva parte della Divisione Modena Montagna comandata dal generale ‘Armando’, Mario Ricci. Domenico Telleri partecipò a diverse azioni nell’alto Frignano.

A guerra finita, entrò nella Polizia Partigiana e gli fu assegnato il territorio di Fossoli. In seguito entrò nella Polizia di Stato a Ferrara, città dove è deceduto e dove riposava dal 16 luglio 1987. Numerosi i riconoscimenti che gli furono concessi, a iniziare dalla Croce al Merito di Guerra dall’esercito italiano per l’attività partigiana, al Distintivo d’onore, alla Medaglia di benemerenza per i volontari della seconda guerra mondiale dal Ministero della Difesa, e all’autorizzazione a fregiarsi del distintivo della guerra di Liberazione e a poter applicare sul distintivo due stellette d’argento. Nel 1952 la Prefettura di di Ferrara gli consegnò un encomio, perchè "nel corso della violenta alluvione, unitamente a tre commilitoni, nottetempo, servendosi di alcune imbarcazioni a remi, superava con ripetuti interventi la furia impetuosa delle acque, riuscendo a trarre a salvamento da un edificio scolastico donne, vecchi, bambini e infermi. Esempio di abnegazione e umana solidarietà".

Walter Bellisi