L’ospitalità rurale arriva anche a Montese

Le aziende agricole aprono le porte ai turisti: una delle tre realtà in regione si trova nella frazione di Maserno

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In Appennino stanno nascendo nuove forme di ospitalità turistica legate al mondo agricolo e delle famiglie. Dopo il classico agriturismo, sono arrivati gli home restaurant e l’ospitalità rurale familiare. Quest’ultima è ancora poco diffusa, tanto che in Emilia Romagna ne esistono tre, una delle quali a Maserno di Montese, gestita da una giovane, Barbara Turrini, che dopo 18 anni in uno studio commerciale ha deciso di cambiare vita.

Nel podere dei genitori chiamato ’La Casetta’, con la casa in sasso ben ristrutturata, che si trova in via dei Mulini 501 e guarda la vallata del Dardagna e la catena appenninica con il massiccio del Cimone, ha avviato l’esercizio dell’ospitalità rurale familiare, attività che è consentita solo all’imprenditore agricolo professionale, al coltivatore diretto e ai loro familiari esclusivamente nella parte abitativa del fabbricato rurale ed è incompatibile con qualsiasi altra forma ricettiva o di ospitalità agrituristica. "La nostra è una piccola azienda di montagna – racconta Barbara –. Oltre alla produzione di ortaggi di stagione, duroni, lamponi, mele, noci, cereali e fieno, coltiviamo le patate di Montese. Trasformiamo parte dei nostri prodotti creando confetture, composte, succhi di frutta e farina di grano antico macinato a pietra". Quest’anno Barbara ha aggiunto l’ospitalità rurale familiare che permette di offrire servizio di pernottamento e prima colazione e, chi lo si desidera, può scegliere di pranzare o cenare, assaporando piatti tipici con prodotti del podere. Si può scegliere la mezza pensione o la pensione completa. Fra le varie coltivazioni spicca la lavanda. "Dalle infiorescenze, ricaviamo il nostro olio essenziale, distillato in corrente di vapore, naturale e puro al 100 per cento", precisa Barbara, che mostra il frutteto, l’orto a forma circolare e un gruppo di arnie.

Attività anche queste che condivide con la comunità. "Ho fatto l’orto sinergico – spiega – in una forma diversa dagli orti normali e a bancali rialzati. Abbiamo aderito alla Community-supported Agriculture (Csa) e chi lo desidera può abbonarsi e venire qui a coltivare i suoi ortaggi. Si può scegliere un abbonamento, ad esempio, da tre chili a settimana e durante il periodo della raccolta ha la sua cesta tutte le settimane. Inoltre, poiché abbiamo le api, vorrei promuovere l’adozione dell’arnia. In cambio di un compenso si può avere una determinata quantità di miele e la possibilità di una visita all’apiario. Produciamo quattro diversi tipi di miele: tarassaco, acacia, castagno e millefiori. Tutti quanti hanno ottime proprietà organolettiche e benefiche per il nostro organismo". Per saperne di più, si può visitare il sito: www.azagrlacasetta.it. Walter Bellisi