"Mancano supplenti e tanti amministrativi"

Le lezioni iniziano il 15 settembre. I sindacalisti: "Il precariato. è ormai una costante. Mestiere poco attrattivo"

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La precarietà continua ad essere la costante per il mondo della scuola modenese, che riaprirà il 15 settembre. Tante ancora le sofferenze. Questo non significa che verrà pregiudicato l’inizio delle lezioni, poiché tra le 2.950 nomine di docenti fatte a fine a fine agosto (sulle 10.590 del totale in organico), e quelle attese tra domani e dopodomani, dall’Ufficio Scolastico Provinciale (dove peraltro dal 1° settembre con il pensionamento di Silvia Menabue manca il provveditore ndr) dovrebbero consentire agli studenti di trovare un insegnante dietro la scrivania al suono della prima campanella. Ma si dovrà attendere quella data per capire cosa succederà realmente perché non sarà semplice arrivare a coprire tutto quel 30% di cattedre scoperte. "Anche se le cose sono migliorate negli ultimi 2 anni grazie alle nuove procedure informatizzate che hanno anticipato le nomine – avverte Antonietta Cozzo, segretaria Cisl Scuola Emilia Centrale – da tempo si copre meno del 40% dei posti assegnati per il ruolo, che dovranno essere assegnati a supplenti alimentando così di anno in anno il precariato. In particolare, nelle discipline Stem (materie scientifiche e informatica), ma ormai da tempo anche su altre (come "lettere"), mancano anche i supplenti. Questo è un chiaro segnale di come la professione dell’insegnamento non risulti più attrattiva per i giovani". Provveduto venerdì alle nomine dei docenti, se resteranno posti scoperti – come appare ormai certo - la "palla" passerà alle segreterie delle singole scuole. E qui il meccanismo e la regolarità dell’inizio rischia di incepparsi, perché manca il personale delle segreterie, i bidelli, da molte parti anche i direttori dei servizi generali e amministrativi (Dsga). Su 88 scuole modenesi 43 scuole sono prive di Dsga titolare. In 25 casi si è tamponato con assegnazione delle funzioni ad amministrativi facenti funzioni, ma 18 scuole sono ancora senza Dsga. Per non parlare dell’altro personale che deve garantire il funzionamento come collaboratori scolastici, assistenti amministrativi, assistenti tecnici. La situazione è drammatica. Su 2.733 posti previsti da organico il 27,3% è scoperto. Le singole scuole dovranno recuperare attraverso le graduatorie di istituto qualcosa come 390 figure professionali e 195 spezzoni (con orario non completo). E’ un quadro che contrasta con le dichiarazioni rassicuranti del ministro Bianchi e che dà la misura della fragilità del nostro sistema scolastico, dove per esempio su 88 scuole 14 capi di istituto (dirigenti scolastici), i primi della catena, sono garantiti attraverso reggenze. "La narrazione di Bianchi – avverte Claudio Riso, segretario del sindacato scuola Cgil – va smontata e ricondotta alla realtà. Le famiglie devono sapere che l’insegnante che avrà il loro figlio il 15 settembre accompagnerà questo ragazzo per quest’anno, ma l’anno prossimo non si sa. Questo è un danno rispetto alla continuità didattica. Il fenomeno è frequente in particolare negli istituti professionali e per quanto riguarda la fascia più fragile di studenti, quelli con certificazione che hanno bisogno del sostegno… parliamo di 1000 persone".

Alberto Greco