Modena, il tribunale civile annulla un matrimonio combinato: donna si sposò sotto minaccia

La sentenza accoglie la richiesta presentata dalla donna di origini indiane che vive nella Bassa. "Tante similitudini col caso Saman, siamo intervenuti in tempo"

Modena, 11 novembre 2022 - Il tribunale civile di Modena ha annullato un matrimonio combinato tra una donna di origini indiane, residente nella Bassa Modenese, e un uomo indiano residente in India. L’unione, celebrata proprio in India nel 2017, è stata annullata come prevede il codice civile quando ad uno dei due coniugi il consenso sia stato estorto con violenza.

Matrimonio (foto d'archivio)
Matrimonio (foto d'archivio)

Ciò che avrebbe passato, secondo il tribunale civile di Modena, una 29enne di origini indiane che vive nella Bassa Modenese. Con una sentenza firmata dal giudice Eugenio Bolondi è stata accolta la richiesta della donna, rappresentata dall’avvocato Davide Ascari. “Sì, è vero – ravvisa l’avvocato Ascari -. Ci sono tante similitudini con il caso Saman, ma questa volta siamo intervenuti in tempo. E anche i genitori, dopo diversi anni, qualche passo indietro lo hanno fatto. Oggi vivono in Germania e lei, la figlia, potrà finalmente unirsi con il giovane, di origini indiane, che ha conosciuto qui a Modena”.

Il ‘lieto’ fine in questo caso nasce da alcune contromisure che la giovane, all’epoca dei fatti 24enne, ha preso quando si è resa conto che il suo matrimonio era stato deciso dalle due famiglie benestanti: la sua di italiani con origini indiane e quella del marito scelto di indiani residenti in India.

La donna ha registrato con dispositivi audio e video il futuro che i genitori stavano decidendo per lei . In una di queste registrazioni si sente suo padre che parla con il padre dello sposo dicendo di essere disposto a tutto per risolvere la situazione, perfino uccidere quella figlia che si opponeva all’avvenuto matrimonio combinato. Proprio per questo esiste anche un filone penale, sempre a Modena, dove il padre della donna è indagato per minacce aggravate. Il matrimonio viene celebrato effettivamente nel 2017 in India nonostante la contrarietà della giovane.

Dopo un soggiorno a Dubai dei due coniugi, una volta rientrati in Italia, la 24enne fa capire alla famiglia che non ha alcuna intenzione di proseguire in quella vita decisa per lei. Si arriva così alle minacce di morte e alle cause intentate, una di queste, appunto, in sede civile per ottenere l’annullamento del matrimonio registrato negli atti dello Stato civile del Comune della Bassa modenese dove la donna vive. Comprendendo le volontà della moglie, il marito torna in India e, finalmente, si arriva all’udienza.

Nella sentenza il giudice mette in risalto come la moglie abbia “radicato il presente giudizio domandandone l’annullamento lamentando di essere stata costretta a sposarsi a causa di gravi minacce ricevute dalla propria famiglia di origine, specialmente dal padre. Ha precisato di non aver mai avuto rapporti sessuali con il marito, e dunque di non aver mai coabitato con lui successivamente al matrimonio, nonostante i tentativi di quest’ultimo anche di usare violenza nei suoi confronti; ha inoltre evidenziato di aver ricevuto gravi minacce sia dalla propria famiglia di origine che da quella del marito anche dopo la celebrazione del matrimonio e di aver sporto querela per tali fatti ”.

Questa mattina la giovane ha reagito così alla sentenza: “Si è messa a pian gere quando le ho parlato – spiega l’avvocato Ascari –. Ha espresso tutta la propria gioia e detto di sentirsi finalmente libera. Ora, da domani, potrà pianificare il matrimonio con il ragazzo italiano di origini indiane che ha conosciuto qui”.