Maxi evasione, confiscati immobili e lingotti d’oro

La guardia di finanza ha eseguito un provvedimento da 1,5 milioni di euro nei confronti di un commercialista. Disposta anche la sorveglianza speciale

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La Guardia di Finanza di Modena ha confiscato beni per 1,5 milioni di euro a un commercialista cinquantenne residente nella zona delle Terre di Castelli, accusato di aver provocato un danno all’erario di decine di milioni di euro dal 2015. Secondo gli investigatori, l’uomo faceva parte di una realtà che, tramite la sistematica creazione di falsi crediti Iva, ha generato una rilevante evasione fiscale da riscossione utilizzando il sistema della compensazione. In totale all’accusato sono state confiscate 11 unità immobiliari, rapporti finanziari, monili e lingotti in oro e orologi pregiati ’scovati’ tra le province di Modena e Reggio Emilia.

Il provvedimento di confisca - che segue il sequestro degli stessi beni avvenuto circa un anno fa - è stato emesso nei giorni scorsi dal Tribunale di Bologna (sezione misure di prevenzione). L’uomo sarà inoltre oggetto di sorveglianza speciale per tre anni.

La maxi confisca rappresenta l’epilogo dell’inchiesta ’Saldo 0,01’ che nell’autunno 2018 aveva portato in carcere cinque persone, e sette agli arresti domiciliari. Anche il professionista era finito in manette. A seguito di alcune verifiche fiscali svolte dai funzionari dell’Agenzia delle Entrate, infatti, era stato individuato un professionista modenese che, già a partire dal 2015, risultava aver trasmesso centinaia di modelli F24 per conto di diverse decine di società, in cui i debiti tributari dei contribuenti venivano indebitamente compensati in due modi: in un primo momento, con riferimento agli anni 2015 e 2016, il debito (reale) veniva bilanciato dall’indicazione di asseriti crediti di imposta (poi risultati fittizi) di cui lo stesso contribuente dichiarava di poter disporre; nei periodi successivi, la compensazione veniva effettuata per mezzo di crediti d’imposta maturati da altri soggetti e messi a disposizione dei clienti del professionista mediante l’istituto dell’accollo, a fronte di un corrispettivo proporzionale all’importo compensato. Ad attirare l’attenzione era stato il ripetuto avvicendamento, in funzione di accollante, delle stesse società i cui rappresentanti riconducevano, in qualche modo, allo studio professionale da cui venivano trasmessi i modelli di pagamento.

I militari del nucleo di polizia economico-finanziaria di Modena, su delega della Procura, sono riusciti a ricostruire un profilo di pericolosità sociale generica del commercialista alla luce del suo coinvolgimento in diversi procedimenti penali: è stata dunque ricostruita l’organizzazione che, tramite la crezione di falsi crediti Iva, ha generato un danno erariare quantificato in decine di milioni di euro. Era inoltre netta la sproporzione tra i beni nella disponibilità del porfessionista e la sua effettiva capacità economica.

val. b.