
Modena, il riscatto: "Voglio che la gente torni a votare". Elogi a Muzzarelli
Per Massimo Mezzetti è stata la moglie, la professoressa Maria Grazia Modena invece l’ha convinta il marito. "Anche se il giorno dopo si è subito pentito…", ha scherzato la cardiologa ieri alla presentazione della sua candidatura a capo della lista ‘Modena per Modena’.
Professoressa, lei inizialmente aveva smentito la sua candidatura...
"Sì, ero infuriata, quando è uscito l’articolo sul Carlino a novembre davvero non ne sapevo nulla e ho reagito con veemenza, forse troppa. Ho pubblicato la smentita, ho negato tutto. Fino a quando non è successo qualcosa…".
Cosa?
"Ho riflettuto: ‘Ma perché sto smentendo tutto? Ho forse paura di rialzare la testa dopo quello che mi è accaduto?’ Ho realizzato che era un atto di vigliaccheria. La gente, il mio giornalaio, il barista, il gestore della lavanderia, tanti pazienti che avevano letto l’articolo, mi hanno chiesto di candidarmi a sindaco. Confesso che non mi sono mai arrivati così tanti attestati di stima e di fiducia".
E così si è convinta.
"Massimo Mezzetti, che stimo tantissimo, ha detto che l’ha convinto sua moglie. Nel mio caso mi ha convinto mio marito, perché ha vissuto questa opportunità come un occasione di riscatto. E io infatti la vedo come una catarsi. Incontro gente per strada che non crede più alla politica. Spero di riuscire almeno a far rinascere nei modenesi il desiderio di tornare a votare".
Nel centrodestra dicono che lei è una bravissima cardiologa, ma fare il sindaco è un’altra cosa.
"Ho letto, ma il coraggio non mi manca. Come diceva Cicerone: si vis pacem para bellum (se vuoi la pace preparare la guerra). Penso che un sindaco senza esperienza politica potrebbe essere più vicino alla gente e la mia attività di medico può aiutare a capire meglio i problemi reali della comunità".
Ma non l’ha sorpresa questa porta chiusa così rapidamente da parte dei partiti?
"Io sono stata contattata dal centrodestra, in particolare dal senatore Michele Barcaiuolo, con cui ho avuto un bel colloquio, e poi ho incontrato anche altre persone. A un certo punto ho capito che non andavo più bene, li ho visti incerti. Mi hanno fatto capire che il loro candidato ideale era Paolo Cavicchioli, che dopo tanto tentennare alla fine non ha accettato. Non so cosa sia successo: forse per un partito che ha una leader nazionale donna non va bene una donna. Solo non ho trovato elegante definire la mai candidatura un ‘goffo tentativo’".
Da chi sarà composta la sua lista?
"Lo saprete presto, ci saranno molte donne. Sceglierò al mio fianco le persone giuste".
Dà importanza alla questione di genere?
"Altroché. Credo di essere stata un buon leader, e mi hanno asfaltata".
Si riferisce alla sua vicenda giudiziaria?
"Sono certa che non sarebbe successo quello che mi è successo se fossi stato un uomo con una tessera di partito in tasca. Detto questo, le donne a Modena non sono in posizioni apicali, anche per esempio negli ospedali. La mia prima iniziativa è favorire la realizzazione di asili nido nelle aziende: il Comune può facendosi carico dei costi direttamente o favorire le imprese con agevolazioni fiscali".
Ecco infatti entriamo nel merito del programma per Modena.
"Premetto che l’amministrazione in carica ha fatto moltissimo per questa città. Se Gian Carlo Muzzarelli si fosse candidato al terzo mandato non mi sarei presentata, perché la gente ha amato questo sindaco. Ci sono delle cose che però si possono fare ancora meglio. Per esempio in ambito sanitario".
Beh, è il suo terreno.
"A Modena ci sono troppi ospedali che svolgono le stesse funzioni con emorragie di risorse economiche. Quelle strutture devono rimanere per pazienti acuti. Si deve ragionare su un’azienda unica Aou-Ausl. E va rivisitata la Medicina del territorio e la telemedicina, ancora più di quello che ha comunque già fatto Muzzarelli, e ha fatto molto: le cure primarie e quelle domiciliari sono importanti in una popolazione sempre più anziana e fragile".
Un altro dei temi molto sentiti a Modena sono la sicurezza...
"Credo che su questo auspicare l’aumento degli agenti non basti, a quello deve pensarci il Viminale. Le iniziative devono coinvolgere centro storico e periferie. In centro (pedonalizzato molto bene da questa amministrazione) va favorito il recupero delle botteghe storiche: basta con i supermercati. Occorre incentivare l’apertura di negozi (anche etnici), bar, gallerie d’arte e spazi culturali. Nelle periferie vanno insediati tanti ‘Mercati Albinelli’ per rivitalizzarle".
...e i rifiuti.
"L’amministrazione ha fatto il possibile, forse l’ha fatto un po’ in fretta. Intanto mi chiedo: che senso ha fare la differenziata, mantenendo l’inceneritore? Su questo interverrò drasticamente, perché è un vantaggio economico a danno alla salute dei cittadini. Come modello proporrò quello della raccolta a Venezia dove abbiamo un mini-appartamento. Al Lido e a Pellestrina avviene mediante cassonetti-contenitori gradevoli esteticamente con feritoie calibrate, senza utilizzo di sacchi e zone maleodoranti".