Nicoletta e il suo sax nei club della Grande Mela

Manzini ha iniziato nella banda del paese e ora si esibisce a New York con i big del jazz: "Sono partita allo sbaraglio, una grande avventura"

Nicoletta e il suo sax nei club della Grande Mela

Nicoletta e il suo sax nei club della Grande Mela

di Doriano Rabotti

Bastava saper ascoltare. Per scoprire che da Marano sul Panaro si sentiva la musica dei club di New York. Nicoletta Manzini vive nella Grande Mela ormai da otto anni, suona il sassofono con i big del jazz ed è il coronamento di un viaggio iniziato quando era una bambina nella banda di Marano.

Nicoletta, come è finita a New York?

"Avevo sempre in mente di andarci. Vivevo a Roma, una mattina mi sono svegliata e mi sono detta: stavolta parto. E l’ho fatto".

Ricominciamo, partendo dall’inizio. Quando ha iniziato a suonare il sassofono?

"Avevo 12 anni, vivevo a Marano dove ho frequentato le elementari De Amicis e le medie Quasimodo. Il mio primo insegnante è stato Giovanni Cibelli, maestro storico della banda di Marano. Dopo sono andata al Conservatorio di Bologna, avevo 15 anni, e ho studiato sette anni sassofono classico".

Perché quello strumento?

"Per caso, era libero nella banda quando ho iniziato..."

Dopo il Conservatorio?

"A Bologna c’era un locale, il Chet Baker, dove suonavo nelle jam session e incontravo musicisti che arrivavano da New York. Poi nel 2008 mi sono trasferita a Roma dove sono stata per sei anni, prima di partire per l’America. C’è gente che mi ricorda che quando ero ancora ragazza già dicevo che sarei andata a New York. Alla fine ci sono arrivata a 48 anni, perché a Roma ormai ero ferma, conoscevo tanti musicisti, ma non crescevo".

Aveva qualcuno che la aspettava, un riferimento?

"Nessuno. Sono partita allo sbaraglio. Avevo un visto per tre mesi, poi sono tornata a Marano e mi sono organizzata per avere il visto da artisti, che vale tre anni. Quando sono ritornata ho suonato per strada e nella metropolitana per qualche mese, e devo dire che si guadagnava anche bene. E ho fatto tanta esperienza, imparavo pezzi nuovi".

Come è entrata nel giro dei locali jazz?

"Mi sono presentata nei club, ho conosciuto un musicista per me importantissimo che si chiama Tyler Mitchell, un contrabbassista con cui ho iniziato a lavorare. Abbiamo creato un progetto basato sulla musica di Sun Ra, registrando due dischi. Nell’ultimo come ospite c’è Marshall Allen, un sassofonista incredibile che ha 99 anni ed è un genio. Da lui ho imparato moltissimo, soprattutto a cambiare tipo di errore quando ne faccio uno. Grazie alla musica, ogni giorno è diverso. Mi ha aperto un mondo che mi era sconosciuto come quello del free jazz e della musica sperimentale. E ora sono felice".

Non torna più in Italia?

"Sì sì, anche se l’ultima volta è stata prima della pandemia. C’è ancora la mia famiglia, mia madre Laura, le mie sorelle e i miei fratelli Antonella, Denis, Isa, Lorella e Roberto, che pure fa il musicista. Anche lui suona il sassofono ma anche un sacco di altri strumenti, e compone".

Torniamo a New York: dove è possibile sentirla suonare?

"Adesso l’impegno fisso è allo Smalls Jazz Club, dove mi esibisco due domeniche al mese, di pomeriggio. Vorrei girare un po’ di più gli Stati Uniti, a parte New York ho suonato solo a Philadelphia per registrare un disco. E vorrei allargare i miei spazi".