Nomi in codice per rifornire i parchi di droga

Sgominato dai carabinieri un gruppo di pusher: piazzati in pochi mesi chili di stupefacenti tra Modena e Castelfranco. Undici in manette.

Migration

di Valentina Reggiani

‘Mi servirebbe un motore’. Ma anche: ’il caffè ce l’hai?’ O ‘vengo a prendere mio fratello piccolo’, oppure – a seconda della necessità – quello grande. Parlavano in codice per non essere beccati e, dopo l’appuntamento telefonico, il modus operandi era sempre lo stesso: venditori e acquirenti si trovavano all’esterno di bar o altri esercizi commerciali oppure nei parchi, pensando così di attirare meno l’attenzione delle forze dell’ordine. In pochi mesi hanno piazzato sul mercato diversi chili tra marijuana, hashish e cocaina. Dopo un anno di delicate indagini i carabinieri sono riusciti a sgominare un gruppo di spacciatori al dettaglio: pusher che per lo più rifornivano gli acquirenti di Castelfranco ma che non ‘disdegnavano’ neppure la piazza modenese o quella reggiana spingendosi, all’occorrenza, anche fuori regione. Su 25 indagati nella maxi operazione, quasi tutti marocchini ma anche tunisini e albanesi ieri all’alba è scattata l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 19 spacciatori. Undici quelle materialmente eseguite, poiché gli altri soggetti si sono resi irreperibili e sono ora in corso accertamenti per rintracciarli. Per nove stranieri è stato disposto il carcere. Nel corso degli accertamenti i militari hanno documentato almeno cento cessioni di sostanze stupefacenti, in particolare nelle aree verdi. I provvedimenti sono stati emessi dal gip Scarpa su richiesta dei procuratori Marco Imperato e Giuseppe Amara che hanno coordinato l’attività di indagine condotta dai militari di Modena e Casltelfranco, portata avanti dal marzo del 2017 al giugno 2018 in collaborazione con il nucleo ispettorato del lavoro di Modena, che si è occupato di tracciare le fonti di reddito degli stranieri. Parliamo di giovani, molti dei quali clandestini non sempre in collegamento tra loro e tutti nullafacenti.

Per ordinare la droga i clienti ‘addestrati’ dai pusher utilizzavano appunto termini criptici: dal motore al caffè alla citazione di un presunto fratello piccolo, ma anche ‘giochino’, ‘fratello grosso’, ‘chiave piccola’ e ancora ‘caricabatterie’. I clienti appartenevano alle più disparate fasce d’età: in particolare giovani frequentatori dei parchi di Modena e Castelfranco Emilia.

Complessivamente ieri mattina sono state eseguite cinque custodie cautelari in carcere, una ai domiciliari e cinque obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. L’indagine ha permesso poi di identificare 87 acquirenti e di beccare, tra gli indagati, anche un topo d’appartamento: uno dei pusher è accusato infatti di aver messo a segno tre colpi in appartamento fuggendo con un bottino di ottomila euro in oro. Quattordici poi le persone arrestate in flagranza di reato durante l’operazione; tre chili e mezzo la droga sequestrata tra cocaina, marijuana e hashish. Per congratularsi con i carabinieri sono intervenuti Davide Romani e Cristina Girotti Zirotti, rispettivamente referente Lega provinciale e capogruppo consiliare a Castelfranco e il segretario del Pd locale Alessandro Salvioli. Tutti hanno chiesto più risorse per le forze dell’ordine.