"Oltre cinquanta profughi già in classe Non solo lezioni ma occasioni di socialità"

Il provveditore Silvia Menabue fa il punto sugli inserimenti scolastici in provincia, il numero è destinato a salire di giorno in giorno "Per ora la situazione è sotto controllo, i mediatori linguistici e culturali ci sono". Ma presto potrebbero scarseggiare

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di Emanuela Zanasi

Sono 56 su oltre un migliaio i minori ucraini già inseriti nei percorsi scolastici della nostra provincia; si tratta in gran parte di bambini delle primarie e delle medie. La scuola sta diventando un capitolo sempre più importante dell’emergenza umanitaria scatenata dalla guerra ma per il momento, assicura la dirigente dell’ufficio scolastico provinciale Silvia Menabue, la situazione è gestibile. Modena non è certo nuova infatti all’accoglienza e all’integrazione e la macchina è collaudata da tempo. Ogni Comune ha affinato tecniche diverse ma l’obiettivo è lo stesso; dare una continuità educativa a bambini e giovani strappati improvvisamente dalla loro vita quotidiana.

Gli ostacoli non mancano, in primis la lingua, per questo sono già al lavoro mediatori culturali ma anche psicologi. "Di concerto con le amministrazioni comunali si mettono in campo mediatori linguistici e culturali – ha spiegato Menabue - peraltro il nostro Ministero ha stanziato un milione di euro a livello nazionale per supportare le scuole con tutti i soggetti necessari, compreso il supporto psicologico perché sappiamo che alcuni di questi bimbi sono fortemente traumatizzati; c’è chi non parla più, chi ha vissuto esodi drammatici sotto le bombe. E’ necessaria una accoglienza attenta ad ogni aspetto, anche quelli legati alle attività ricreative, ludiche e di socializzazione pomeridiane". Difficile dire al momento quanti saranno i minori che entreranno nelle classi modenesi visto la situazione in continua evoluzione sul fronte bellico ma se la fascia elementari-medie è quella più ‘facile’ da inserire in aula, il discorso è diverso per i più piccoli anche a causa dell’obbligo delle vaccinazioni infantili per entrare all’asilo alle quali solo una piccola percentuale di bambini ucraini è stata sottoposta. Molti di loro si trovano infatti con le loro mamme nelle diverse strutture di accoglienza dove, per fare fronte ad un’emergenza improvvisa, sono stati allestiti una sorta di ‘asili’ improvvisati.

Altro discorso quello che riguarda i ragazzi delle scuole superiori, sotto i 17 anni (limite della legge marziale per restare in patria a combattere). Molti di loro infatti si sono organizzati con la dad, attraverso collegamenti online con le scuole in Ucraina, quando questo è possibile. Un mosaico che si compone giorno per giorno sotto il coordinamento della Prefettura nel quale figure imprescindibili sono appunto mediatori linguistici e culturali. Per ora sono sufficienti ma se gli inserimenti scolastici dei profughi dovessero aumentare in modo esponenziale occorrerebbero risorse attraverso scorciatoie alle procedure classiche dei bandi pubblici e altri passaggi burocratici a fronte anche del numero di profughi accolti dall’Emilia Romagna pari al 25 per cento del totale a livello nazionale. "L’esperienza di questi decenni a Modena – rassicura Menabue –fa sì che le scuole abbiano comunque avviato un percorso molto strutturato e ampiamente collaudato, per ora i numeri sono contenuti e la situazione è sotto controllo".

A inizio settimana si è tenuta una rionione tra ufficio scolastico provinciale, settore istruzione del comune di modena, e dirigenti scolastici dei 10 Istituti comprensivi cittadini. "In queste prime settimane di emergenza ci si è accorti quanto sia importante, dal punto di vista operativo, il raccordo tra gli sportelli comunali e le scuole", ha detto il sindaco Gian Carlo Muzzarelli.