
Il presidente regionale dell’associazione, Maurizio Pirazzoli
Modena, 25 agosto 2020 - Il divieto per gli omosessuali di donare il sangue non esiste più da anni, anzi decenni, ma sul sito internet dell’Avis di Vignola si legge che «ha l’obbligo di astenersi dalla donazione chiunque abbia nella propria storia personale rapporti omosessuali». La frase, nella sezione ’requisiti’, non è sfuggita a Pietro Ferraro, 26 anni, che denuncia: «Voglio porre all’attenzione una vera e propria discriminazione scritta nero su bianco e portata avanti dall’Avis di Vignola – dice – Questo non solo vìola lo statuto nazionale dell’Avis che non pone limitazioni alla donazione dovute all’orientamento sessuale, ma vìola quei principi costituzionali su cui la nostra Repubblica si fonda e nello specifico l’articolo 3 che stabilisce la pari dignità sociale. Ora mi sembra doveroso sottolineare che non tutte le persone omosessuali sono promiscue come mi sembra doveroso specificare che non tutti gli eterosessuali sono monogami. Ciò detto la responsabilità del donatore, in un gesto di così alto altruismo, non dovrebbe e non deve essere soggetto a limitazioni aprioristiche concernenti l’orientamento sessuale. – dice il 26enne – Dona chi è in salute e chi rispetta le regole per la donazione (non aver assunto farmaci i giorni precedenti, non fare uso di droghe, non fare abuso di alcool, non avere rapporti promiscui). Non esistono persone a rischio ma comportamenti a rischio. Da donatore sono amareggiato, da omosessuale mi sento discriminato e mortificato in quella che, per motivi di percorso di vita, considero la mia seconda casa: l’Emilia Romagna. Spero che la vicenda si concluda quanto meno con delle scuse ufficiali». Pietro Ferraro, calabrese laureato in Ingegneria a Modena, aggiunge: «Questa frase disincentiva chi è omosessuale a donare il sangue e va subito rimossa. Nel leggerla mi sono sentito offeso, appestato. Spero si tratti solo di una gaffe».
E così è, come conferma Maurizio Pirazzoli, presidente regionale Avis: « E’ un chiaro errore materiale di chi ha fatto il sito – spiega – e sarà sistemato quanto prima. Ovviamente anche in Emilia Romagna e quindi nel Modenese vale la posizione del comitato scientifico di Avis secondo cui ’non c’è differenza tra donatori eterosessuali e omosessuali. Conta solo il fatto di avere rapporti sessuali stabili, con un unico partner nei 4 mesi precedenti alla donazione’. Avis non fa etica – prosegue Pirazzoli – Ciò che conta è la sicurezza del sangue donato. La donazione deve essere sicura, per questo al donatore viene chiesto di rispettare alcune regole, tra cui quella di astenersi dalla donazione in caso di rapporti promiscui. L’orientamento sessuale non è rilevante, ciò che è importante è il comportamento. Il dono in quanto tale è anonimo, volontario e non conosce distinzioni di inclinazioni sessuali. Il ragazzo che ha fatto la segnalazione è un donatore al quale non è mai stato impedito di donare, sperò che Avis possa stabilire un contatto con lui per chiarire ciò che era già chiaro. L’errore sul portale web di Vignola domai (oggi, ndr) sarà già sparito, credo si tratti di un vecchissimo retaggio del passato».