Panaro, dopo 40 anni il collaudo della diga

L’annuncio di Aipo: "Il programma di invasi inizierà il prossimo autunno Ed entro la primavera 2021 la cassa verrà riempita al livello di sfioro"

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di Paolo Tomassone

I primi invasi partiranno in autunno. Poi con i test che verranno effettuati nella primavera del prossimo anno, l’acqua verrà portata fino allo sfioro. A quel punto tutti i collaudi saranno terminati. Così, dopo oltre quarant’anni, la cassa di espansione del fiume Panaro sarà pienamente operativa. La notizia verrà ufficializzata all’arrivo delle autorizzazioni della Direzione generale per le dighe (del ministero delle Infrastrutture), ma il programma è già stato approvato da Aipo che ha ideato quest’opera idraulica quando ancora si chiamava Magistrato per il Po, nel lontano 1974. Da quell’anno, tra nuovi progetti, interruzioni, test e collaudi, la cassa di espansione nella zona sud di Modena, fra San Damaso e Sant’Anna di San Cesario, non è mai stata operativa al 100%. Come hanno denunciato più volte i comitati dei residenti nelle zone più a rischio di esondazioni. "Opere idrauliche come queste andrebbero considerate e gestite come tali, tenendo presente la funzione prioritaria che devono svolgere, cioè quella di mettere in sicurezza il territorio rispetto alla principale pericolosità ambientale, quella idrogeologica – annota il professor Francesco Cameroni, presidente di ’Alluvionati non per caso’ –. Invece a Modena per troppo tempo il territorio è stato gestito sull’onda emotiva di un ambientalismo antiumano e si è scelto di trasformare le casse d’espansione, in siti di importanza comunitaria o in zone di protezione speciale, mandando nel dimenticatoio la sicurezza idrica".

Questa, però, potrebbe essere la volta buona. I tecnici e gli operai di Aipo sono al lavoro proprio in questi giorni per prelevare campioni indispensabili per ulteriori studi sulla diga – il manufatto regolatore della cassa d’espansione – e sugli argini. "Se tutto va bene inizieremo il programma di invasi il prossimo autunno – dice Federica Pellegrini, dirigente della Direzione territoriale idrografica Emilia Orientale di Aipo –. È un tipo di programma che va concordato con la Direzione dighe e con gli enti del territorio". Per questo la comunicazione ufficiale sarà fatta nelle prossime settimane. Però il primo step di invasi partirà dopo l’estate. "Non riempiremo completamente la cassa, ma solo fino al livello massimo storico mai raggiunto – spiega Pellegrini –. Sarà una prima prova in maniera controllata, che adesso possiamo effettuare perché abbiamo tutti gli strumenti. Poi nella primavera del 2021 proveremo a fare l’invaso fino alla sfioro".

Il primo progetto per la realizzazione di un bacino di espansione del fiume Panaro, in grado di contenere 15 milioni di metri cubi d’acqua, risale al 1974. L’opera venne costruita in una decina d’anni. Nel 1986, però, si decise di realizzare una diga più grande e una cassa secondaria che racchiude all’interno alcuni terreni agricoli, a pochi metri dalle abitazioni a Sant’Anna di San Cesario. La cassa è funzionante, anche se ancora inoperativa, come ci tiene a precisare Aipo: "È stata manovrata più volte, non ultima a novembre 2019, quando abbiamo fatto una manovra per favorire l’apertura dei portoni vinciani nel corso di una piena contemporanea del Panaro e del Naviglio. In questi anni abbiamo fatto tante attività, funzionali all’esecuzione in sicurezza di queste prove". I tecnici e gli operai sono sul posto in questi giorni "per fare prelievi di campioni, sia sul manufatto che sugli argini, che ci servono per fare studi di dettaglio ulteriori, che riguardano la rivalutazione sismica e sismotettonica – prosegue l’ingegnere di Aipo –. Questo tipo di lavori non è strettamente legato alle prove di invaso, ma è un adempimento che dobbiamo fare ai sensi della normativa sulle dighe".