Panini di Modena in vendita per un miliardo di dollari

La proprietà valuta un’asta tra gruppi americani per l’azienda di figurine

La produzione di figurine Panini (Archivio)

La produzione di figurine Panini (Archivio)

Modena, 19 ottobre 2018 - Vedremo presto una Panini a stelle e strisce? Lo dicono i rumors finanziari, che si fanno sempre più insistenti dopo una prima voce, spuntata lo scorso febbraio, secondo cui la storica azienda modenese produttrice di figurine sarebbe sul punto di cambiare padrone. Quella dei fratelli Panini ormai è storia passata: i mitici fratelli vendettero nel 1988, per più di 150 miliardi di vecchie lire, agli ingelsi della Maxwell.

Dopo vari passaggi di proprietà, attualmente il pacchetto azionario di maggioranza è nelle mani del manager Hugo Sallustro, mentre quote minoritarie appartengono ad Anna e Maria Teresa Baroni. Perché i soci vogliono vendere e per quale motivo si stanno rivolgendo al mercato statunitense? Tutto ruota intorno alla figura del proprietario italo-argentino: ormai sulla settantina, senza eredi, potrebbe essere arrivato al punto di non ritorno, quello che spinge al graduale disimpegno per raggiungere un meritato riposo.

A questo aggiungiamo che Sallustro, insieme alle due socie minoritarie, ha sostenuto due anni fa una forte spesa per acquistare le azioni messe in vendita dalla Fineldo, la finanziaria della famiglia Merloni che ha deciso di uscire. Un’operazione da 79,7 milioni di euro sostenuta con quella che in gergo si chiama leveraged buyout. In pratica, chi compra le azioni lo fa ricorrendo al debito per finanziare la maggior parte del valore di acquisto. Il debito contratto viene generalmente poi ripagato o con i flussi di cassa o vendendo rami dell’azienda. Ecco che la cessione potrebbe risolvere in un colpo solo due problemi: il debito contratto e i problemi di successione del manager Sallustro.

LEGGI ANCHE Figurine, una vita a collezionarle: nonno realizza il sogno, visitare la Panini / VIDEO   Ora come si procederà? I tre soci avrebbero dato mandato a una banca americana, la Lincoln International, per sondare il terreno statunitense e vedere, sostanzialmente, chi offre di più. Andando per affinità di business, un’azienda interessata potrebbe essere la Topps Company, multinazionale Usa sviluppatasi nel ramo del tabacco ma poi entrata anche nel business degli album di figurine negli Stati Uniti, legandosi soprattutto ai campioni del baseball. Un’azienda che, ultimamente, è sbarcata anche in Europa acquisendo i diritti della premier League inglese, dopo aver rilevato le attività della Merlin Publishing. Ma non sono esclusi interessamenti da parte di fondi di private equity. La valutazione della Panini? Supera il miliardo di dollari. Ma l’azienda è in utile e il giro di affari è di 500 milioni di euro l’anno, con punte di 800 milioni di euro negli anni dei campionati mondiali.