Parco Rimembranze, morto sulla panchina

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ERANO impegnati nei controlli al parco, quelli che svolgono quotidianamente quando si sono accorti della presenza di un uomo, sofferente, seduto su una panchina. La chiamata ai soccorsi, da parte degli agenti è scattata immediatamente, ma non è bastata a salvargli la vita. Sarà l’autopsia a svelare le cause dell’improvviso decesso di un uomo originario della Serbia, residente in un’altra Regione deceduto ieri mattina tra gli arbusti del parco delle Rimembranze.

QUELL’AREA VERDE restituita da poco alla città, con l’apertura di due chioschi su tre ma che per sei anni è piombata nel degrado. Lo spaccio, durante il giorno ma soprattutto la notte, è ancora ‘fiorente’, ma il mercato ‘offre’ in particolare marijuana. L’uomo deceduto aveva in tasca una lettera con i contatti del Sert: non si esclude quindi un decesso per overdose, nel caso causata ovviamente da droghe pesanti, ma sarà l’esame autoptico a stabilirlo. Erano le 10.30 di ieri mattina quando gli agenti della municipale hanno notato lo straniero seduto sulla panchina, lato di viale Muratori. L’uomo si teneva la testa e perdeva sangue dal naso. La pattuglia si è avvicinata chiedendo se avesse bisogno di aiuto ma lo stesso, mostrando difficoltà a parlare, ha rifiutato l’offerta di assistenza medica. Gli agenti si sono resi conto delle gravi condizioni in cui versava lo straniero e hanno allertato i sanitari. L’ambulanza è arrivata poco dopo ma, nonostante le manovre rianimatorie subito attuate, non è stato possibile salvargli la vita. Il 49enne è deceduto alcuni minuti dopo. In tasca gli agenti hanno poi trovato quel biglietto con i contatti del Sert: da qui l’ipotesi che la sua vita sia stata stroncata dall’abuso di sostanze: forse ‘qualcosa’ di tagliato male. Sarà l’autopsia, disposta dal magistrato a far luce sul tragico decesso ma – per le condizioni in cui la vittima versava – non si esclude l’utilizzo di speedbool, mix letale di cocaina ed eroina. Non è un segreto come il parco più amato dai cittadini, a seguito del sequestro dei chioschi, sia divenuto negli anni – vista la situazione di abbandono – meta di sbandati e spacciatori. I pusher in qualche angolo dell’area verde ancora si nascondono ma la recente inaugurazione delle attività ha restituito vita al parco. Gli esercenti, tra cui lo storico titolare del bar Elio, Beppe Paolini, non nascondono di auspicare in maggiori controlli vista anche la notevole affluenza di clienti anche in questi giorni. «Io giro sempre in bicicletta proprio per controllare la situazione e grosse problematiche non ne vedo – spiega Paolini –, ma secondo me sarà il tempo a darci una risposta. Verò è infatti che per ora abbiamo inaugurato soltanto in due e ci sono parecchi punti bui nei parco. I modenesi si devono riabituare alle tradizionali passeggiate e se il presidio è maggiore, si sentono anche più sicuri. Quello che però mi sento di affermare è che sta andando meglio del previsto: tantissimi modenesi hanno ripreso a vivere il parco. Credo sarebbe neccessaria una maggiore attenzione da parte dell’amministrazione e magari un servizio di vigilanza. Ci si potrebbe rivolgere ai pensionati che, la sera, in gruppo, potrebbero percorrere il parco per tenere lontane presenze indesiderate. Noi, oggi, non abbiamo le forze economiche per pagarci le guardie».