Paolo Tomassone
Cronaca

Peluches sparsi in centro per dire no alla guerra

Su ognuno di loro c’è attaccato un biglietto che racconta la storia di alcune tra le tante piccole vittime dei conflitti in corso nel mondo.

Peluches sparsi in centro per dire no alla guerra

Modena, 2 giugno 2024 – Decine e decine di peluches, in piazza Grande, davanti al sagrato del duomo, sotto i portici di via Emilia, in piazza Mazzini e davanti all’Accademia in piazza Roma. Hanno appeso al collo un biglietto: "sono qui per raccontare la storia del mio piccolo proprietario", la storia di una piccola vittima delle guerre in corso nel mondo, quelle spesso dimenticate e quelle - come il conflitto israelo-palestinese - che occupano le cronache quotidiane. Storie di bimbi palestinesi e di bimbi israeliani senza distinzione, storie vere di chi ha perso la vita sotto le bombe e gli attacchi di una guerra devastante. Così si è svegliato ieri mattina il centro di Modena. A "dare la sveglia" un gruppo di giovani che hanno voluto sensibilizzare la cittadinanza attraverso una manifestazione che si sta replicando già in alcune città italiane. Prima di tappezzare il centro con questi messaggi, i volontari hanno avviato una raccolta di pupazzi e orsacchiotti tra amici e partenti: "un’occasione per parlare a una parte della popolazione di un tema che troppo spesso rischia di lasciarci indifferenti, perché sentiamo troppo lontano da casa nostra. In tanti hanno aderito e così siamo riusciti a raccogliere tanti giocattoli" spiegano i giovani.

Da qui l’idea di dare il via a una catena di solidarietà che si aggiunge alle marce per la pace e alle manifestazioni degli ultimi mesi organizzate anche nella nostra provincia. L’invito - questa volta rivolto ai bambini - è di "non rompere la catena", di contribuire anche con un piccolo gesto a tenere viva l’attenzione sulla tragedia in corso. "Leggi la storia del piccolo proprietario perché la memoria resti viva - si legge nel cartello di un peluche -, e dopo averla letta condividila con qualcun altro. Prendi l’orsacchiotto, portalo in giro con te, lascialo in un altro luogo della città, a scuola o su un autobus. Perché tutti conoscano la mia storia e perché nessun altro bambino subisca questo. Cessate il fuoco".