GIANPAOLO ANNESE
Cronaca

Pensioni più povere: "Giovani, futuro choc. A riposo oltre i 70 anni con un reddito da fame"

Indagine Spi Cgil, Inca, Caf e Federconsumatori su 44mila dichiarazioni "Persi in otto anni 1.200 euro, l’equivalente di una intera mensilità. Donne penalizzate rispetto agli uomini, a Mirandola il calo maggiore".

La presentazione della ricerca

Modena, 29 maggio 2024 – Giulia e Ginevra hanno meno di 35 anni, lavorano come commesse a Modena e guadagnano 741 euro al mese. Hanno carriere lavorative una più discontinua dell’altra: andranno in pensione a più di 70 anni con un assegno poverissimo: una di 772 euro e l’altra di 442 euro lordi per 13 mensilità.

È allarmante l’indagine sui redditi da pensione presentata ieri dallo Spi Cgil, Federconsumatori, Inca e Caf Cgil Modena (responsabile Elisabetta Valenti), riferita agli importi del 2022 su 44mila dichiarazioni al Caf. Il quadro – messo a punto dal ricercatore statistico Massimiliano Vigarani e che ricostruisce la serie storica dal 2016 al 2022 – è diviso in due parti: le dichiarazioni dei redditi del 2023 e la proiezione della futura situazione pensionistica per alcune categorie di giovani, quando è previsto un ‘tasso di sostituzione’ (differenza tra ultimo stipendio e primo assegno pensionistico da lavoro dipendente) che fa paura: per ogni 100 euro guadagnato al lavoro, se ne prenderanno solo 64 di pensione.

Entrando nel dettaglio della ricerca, su Modena si registra "una forte perdita del potere d’acquisto": in un solo anno, dal 2021 al 2022, l’arretramento mediamente raggiunge il 4,9%. Non solo. Nel raffronto con le pensioni del 2016 l’importo si riduce di 1.200 euro: come se i pensionati in questi otto anni avessero perso una mensilità. "L’incremento delle pensioni deciso dal governo per fronteggiare un livello di inflazione che nel 2022 aveva raggiunto l’8,1 per cento – riflette Roberto Righi, segretario Spi Cgil Modena – non è stato minimamente in grado di arginare la perdita di potere d’acquisto. E per le pensioni future si prospettano assegni da fame".

Dobbiamo considerare, aggiunge Marzio Govoni, presidente di Federconsumatori Modena, "che il problema riguarda le pensioni dei lavoratori dipendenti perché invece per gli autonomi risultano assegni superiori al tasso di inflazione. Siamo di fronte a una palese ingiustizia sociale: il tema della rivalutazione delle pensioni deve tornare ad essere un impegno prioritario del Governo".

All’interno di questo scenario sussistono ulteriori differenziazioni. Intanto un divario di genere, che si era già registrato nella scorsa indagine sui redditi: la distanza tra pensionati e pensionate è di 4.800 euro, sperequazione dovuta al maggiore impiego delle donne nei settori poveri, a elevata irregolarità, con contratti per lo più part-time, spesso involontari. Ma sfumature ci sono anche a livello territoriale: la città di Modena (l’area che nel tempo perde meno) vede un calo del potere di acquisto delle pensioni del 4,1%, rispetto al 2021, seguita a poca distanza dalle aree di Castelfranco e collinare-montana, con una riduzione del 4.2%. In fondo alla classifica Vignola con una contrazione del 5.5% e l’area di Mirandola che arretra del 6.1%. In termini assoluti i pensionati dell’area di Mirandola rispetto ai pensionati modenesi hanno subito un ulteriore taglio della capacità di spesa di circa 280 euro nel 2022.

E il futuro appare ancora più fosco. In base all’analisi della situazione di quattro ragazzi e ragazze modenesi con percorsi di studio e lavori diversi emerge che "le riforme previdenziali che si sono susseguite hanno peggiorato in modo nettissimo il futuro delle giovani generazioni, che andranno in pensione molto più tardi e con un assegno, in prevalenza, insufficiente a garantire una vita dignitosa". Oltre a Giulia e Ginevra di cui abbiamo parlato all’inizio, ci sono i casi di Jonathan e Alessandro. Il primo è un operaio metalmeccanico di 25 anni che lavora in un’azienda di Castelfranco: lavora 40 ore a settimana a 1655 lordi al mese e andrà in pensione a 70 anni con 2.767 euro lordi mensili. L’altro è un ingegnere di 34 anni assunto dal 2016 in un’azienda di ceramica di Sassuolo: guadagna 1934 euro, ne prenderà 3.279 euro lordi mensili. Sembrano cifre accettabili ma occorre valutarne il potere d’acquisto tra 45 anni: seguendo l’attuale dinamica dei prezzi, potremmo parlare di cifre comunque risibili. In altre parole "il futuro ci riserva una vita lavorativa sempre più lunga ed un assegno pensionistico sempre più ridotto". E ciò accadrà in modo più vistoso "per tutte le persone con carriere lavorative precarie o ad orario ridotto, in prevalenza donne".