Piazza gremita La testimonianza di don Mattia Ferrari

La voglia, la necessità di ritrovare la pace ma anche la libertà. Erano tantissimi ieri mattina i cittadini che hanno preso parte alle manifestazioni in occasione del 25 aprile. In piazza Grande il sindaco Muzzarelli ha sottolineato l’importanza di tornare a celebrare il 25 aprile in presenza e con lo sguardo rivolto al futuro, tenendo viva la memoria e rivolgendosi ai giovani: "Possiamo trovare più fiducia e ottimismo se pensiamo che nel momento più buio gli italiani trovarono nella lotta di Liberazione questo coraggio e questa consapevolezza". La preparazione, dopo la dittatura fascista, di "un nuovo tempo di libertà", quello che stiamo vivendo oggi. È ciò che è stata la Resistenza, quella culturale accanto a quella fatta di combattimenti e sacrifici", ha commentato il primo cittadino. Nell’intervento di Muzzarelli non sono mancati i riferimenti all’attualità, alla guerra ai confini dell’Unione europea. "Oggi parliamo di pace, di solidarietà e lavoriamo per l’unità del Paese – ha dichiarato – E’ però assolutamente vero e inconfutabile che anche quella dell’Ucraina è una resistenza; una resistenza contro una invasione militare violenta e pianificata ingiustificabile", ha concluso citando il presidente Mattarella. Dopo è intervenuto don Mattia Ferrari, il sacerdote modenese che, come cappellano della ong Mediterranea Saving Humans, ha partecipato a diverse azioni umanitarie sulla nave che presta soccorso in mare ai migranti. L’organizzazione è attiva anche in Ucraina. Don Ferrari ha sottolineato che "la memoria deve farsi impegno e portarci a riflettere su cosa vuol dire liberazione oggi", per poi richiamare il riferimento ai lager libici fatto da papa Francesco e frutto anche "delle scelte fatte dal nostro Paese" e ha citato Carola Rackete e la sua denuncia della "crisi della giustizia globale" alle origini delle migrazioni.