Poesia, premiata la raccolta di Elisa "Nei miei versi la fragilità umana"

La 28enne ha ottenuto il riconoscimento Opera Prima del concorso nazionale ’Tra Secchia e Panaro’

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"La poesia, nella sua accezione più ampia di lettura, ascolto e scrittura, mi accompagna da sempre", ammette la giovane Elisa Nanini (Modena, 1994), e devono aver visto questo in lei i giurati del XXVIII premio nazionale di Poesia ‘Tra Secchia e Panaro’ 2022, che le hanno assegnato il premio Opera Prima per la raccolta ‘Cosa resta dei vetri’, edita da Corsiero. Continua Elisa, laureata in Lettere moderne, ora impegnata negli studi di Italianistica all’Università di Bologna: "Dapprima pratica silenziosa e privata, solo negli anni universitari, attraverso significative occasioni di confronto come il Centro di poesia contemporanea dell’Università di Bologna e il Poesia Festival, è divenuta momento di condivisione. In particolare, un pensiero di infinita stima e gratitudine è rivolto al professor Alberto Bertoni, fonte di insegnamenti e incoraggiamenti essenziali per la concretizzazione di un sogno su carta, la mia raccolta di poesie ‘Cosa resta dei vetri’".

Nella nota critica, Bertoni spende per lei bellissime parole. Che cosa pensa che arrivi a chi legge, dei suoi versi ?

"Credo che nella frammentarietà dolorosa e complessa del vetro rimanga il senso della domanda prima della risposta, una tensione, un movimento dello sguardo in grado di farsi legame che attraversa luoghi, persone e ricordi. Come nell’arte giapponese di ricucire con l’oro, le crepe del vissuto non sono nascoste, ma diventano esse stesse il filo prezioso che tiene insieme i pezzi: i ‘vasi comunicanti’ di storie e prospettive".

Con quali autori è cresciuta?

"Incontri incisivi sono stati i lirici greci, Leopardi, Svevo, Bassani, Quasimodo, Montale e Ungaretti. Non mancano poi le grandi voci contemporanee di Valerio Magrelli, Maurizio Cucchi, Antonella Anedda e Alberto Bertoni. E proprio a quest’ultimo devo la scintilla che solo i veri maestri sanno trasmettere, l’incentivo a credere nei miei versi".

Quali sono i suoi temi ricorrenti e da cosa trae ispirazione ?

"La mia raccolta, che ha come temi centrali la malattia, la mancanza di certezze e la paura della perdita, è spinta dall’urgenza di una ricerca di permanenza. Le molteplici forme e consistenze del vetro, dalle finestre ai frammenti restituiti alla riva, abbracciano la fragilità umana e dei paesaggi, lasciando filtrare uno spiraglio di corrispondenze e dialoghi profondi tra elementi naturali e artificiali".

Perché un suo coetaneo, in libreria, dovrebbe sceglierla?

"Al di là dell’età dei lettori e del mio libro, ritengo che la poesia sia un’esperienza davvero importante per l’attenzione che riserva alla vita nella sua interezza: come uno scrigno aperto, custodisce e regala spaccati di quotidianità, restituzioni e ritrovamenti".

Lara Maria Ferrari