Prendiamo Israele come esempio

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Alberto

Notari*

Di fronte alla siccità sempre più opprimente dovremmo prendere esempio e adottare un modello di efficientamento agricolo sulla scorta di quello che è stato sperimentato e applicato con successo in Israele. Ovvero dovremo imparare a fare tesoro di ciò che abbiamo e riciclare le acque reflue, opportunamente depurate, per irrigare le culture agricole. Le acque delle città, ancor di più oggi, non devono essere disperse e vanno perciò potenziati impianti di depurazione capaci di rendere disponibili risorse idriche da mettere al servizio dell’agricoltura. E’ una scelta che non guarda solo all’emergenza, ma è una soluzione efficace e consigliata di lungo periodo Questo è ciò che fa da anni Israele che ha un’agricoltura molto avanzata pur avendo un clima ancor più siccitoso dell’Italia. Ma ci sono anche altre misure che possono essere adottate. Bisognerà, infatti, pensare anche a impianti di desalinizzazione alimentati da impianti fotovoltaici. Inoltre, non dobbiamo dimenticare che potremo trovare salvezza e abbondanza d’acqua, all’occorrenza, da bacini artificiali da realizzare in pianura e montagna per trattenere acqua piovana quando giunge dal cielo. Queste misure di breve medio periodo ci consentirebbero di guardare con maggiore serenità al futuro, un futuro non molto lontano in cui prenderanno il sopravvento le nuove tecnologie legate alle conoscenze nel campo della genetica che ci consentiranno di selezionare varietà genetiche resistenti a malattie e siccità. Va ricordato, infine, che l’acqua utilizzata in agricoltura non è risorsa sprecata, poiché diventa un prodotto commestibile, a disposizione dei consumatori. La disponibilità idrica rappresenterà e dovrà esserlo, il tema politico principale per le istituzioni chiamate a gestire in modo oculato l’oro del futuro: l’acqua.

*Presidente Cia Emilia Centro