
La scrittrice modenese Serena Ballista è tra i vincitori del BolognaRagazzi Awards, nella categoria non fiction. Sarà premiata il 31 marzo
Tra i vincitori del BolognaRagazzi Awards 2025, uno dei premi più prestigiosi al mondo nel campo della letteratura per l’infanzia, in mezzo a 3.858 libri provenienti da 68 Paesi, c’è anche la modenese Serena Ballista, volto noto in città per il suo impegno militante sui temi del femminismo e per essere, da circa un decennio, una scrittrice colta e prolifica di saggi, pamphlet e racconti per ragazzi. Nella categoria riservata alle non fiction, il suo albo illustrato "Per mille camicette al giorno", pubblicato con l’editore romano Orecchio Acerbo con i disegni di Sonia Maria Luce Possentini, ha vinto per la qualità grafico-editoriale, l’innovazione e la capacità di dialogo con i giovani lettori. La premiazione avverrà alle ore 15 il prossimo lunedì, 31 marzo nell’ambito della Bologna Children’s Book Fair. All’interno dell’albo, poco alla volta, si dipana una storia di dolore e diritti usurpati, la cui origine è nella tragedia dell’incendio alla Triangle Factory di New York del 25 marzo 1911, in cui morirono 129 giovani donne immigrate dall’Italia, dalla Germania e dall’Europa orientale.
Un dramma ineffabile raccontato da una camicetta inanimata. Perché l’uso di questo espediente narrativo? "Quando mi sono imbattuta nella vicenda del Triangle Fire, grazie a Ester Rizzo, ho avuto un colpo di fulmine, e più facevo ricerca e mettevo insieme i tasselli di quegli avvenimenti, più sentivo l’esigenza di farne una storia. Scegliere il punto di vista della camicetta è stato naturale per me. Lei vede tutto e sa tutto. Conosce persino la causa del rogo. Dalla vetrina in cui è esposta, assiste agli scioperi, al disastro annunciato e agli eventi che ne conseguono. Semplicemente era la testimone perfetta, contemporaneamente prodotto di sfruttamento e simbolo di emancipazione femminile dalla sfera domestica".
In controluce emergono temi ciclopici: le migrazioni e i diritti delle donne lavoratrici. "Esattamente. Continuando con il punto di vista della camicetta il suo tessuto è intriso dell’aspirazione a una vita migliore, del coraggio e dei più intimi desideri di chi l’ha pazientemente cucita: Clotilde Terranova, una delle 24 operaie siciliane perite nell’incendio che fa ritorno a casa proprio sottoforma di quella camicetta narrante. Dall’isola era partita barattando il presente in cambio di un futuro che non avrebbe avuto mai. Non per un clamoroso incidente, né per un’incalcolabile sfortuna, ma a causa di scelte fatte in nome del profitto".
Il libro, non a caso, è dedicato a due giovani donne morte sul lavoro: Luana D’Orazio e Laila El Harim. "Luana e Laila sono andate incontro alla stessa sorte di quelle operaie. Sono morte in Italia nel 2021, a 110 anni di distanza dai fatti narrati. Il passato evoca in modo osceno il presente, fatto di morti sul lavoro incessanti perché strutturali, di emigrazioni necessarie e dolorose in un mondo globalizzato, ma non sotto il profilo dei diritti, di mancato e pieno riconoscimento della figura della lavoratrice, ancora oggi ostaggio di discriminazioni e oltraggi".
"Per mille camicette al giorno" è stato capace di sbaragliare una concorrenza agguerrita e di mettere d’accordo una giuria internazionale. Che effetto le fa? "Quando ho ricevuto l’annuncio, non sono riuscita a rendermi conto della portata della notizia. Ero consapevole di aver realizzato, insieme a Sonia Possentini e Orecchio Acerbo, un libro comunicativamente potente e accurato nei dettagli, ma di certo non potevo aspettarmi un riconoscimento di livello mondiale".