REDAZIONE MODENA

Quando l’inclusione è più teorica che pratica

Caro direttore, nell’epoca del politically correct la nostra società si conferma ipocrita. Sono un’insegnante di scuola primaria di Carpi che con...

Caro direttore,

nell’epoca del politically correct la nostra società si conferma ipocrita. Sono un’insegnante di scuola primaria di Carpi che con la sua scolaresca che include una bambina con disabilità, ha deciso di andare nella città di Roma per ammirarne le bellezze e studiarne la storia. Ebbene, durante la prenotazione, mi era stato detto che con la carrozzina alcune zone sarebbero state inaccessibili per esempio che non si poteva accedere dai musei direttamente alla basilica e questo è capitato in altre occasioni ma mi sarei aspettata un percorso alternativo per offrire alla bambina e ai suoi accompagnatori la stessa possibilità garantita agli altri. Il percorso alternativo in realtà c’era ma consisteva in un giro esterno di almeno quaranta minuti costeggiando le mura, considerando poi la difficoltà di camminare per le strade e i marciapiedi di Roma con una carrozzina, anche di più ma. Una volta arrivata in piazza San Pietro, non è stato possibile entrare in Basilica con un percorso dedicato, ma si doveva fare una lunga fila e ripassare i controlli e metal detector quindi impossibile da fare nello stesso tempo dei compagni con la conseguente esclusione della bambina dalla possibilità di visitare la Basilica per lei e il suo accompagnatore… pardon accompagnatrice.

Una maestra che fa dell’inclusione

pratica quotidiana dell’educazione