Modena, droga e violenza al quartiere Madonnina. I residenti: "Qui la sera non si esce"

Mercoledì durante una rissa è spuntata una alabarda

Quartiere Madonnina (foto Fiocchi)

Quartiere Madonnina (foto Fiocchi)

Modena, 27 aprile 2018 - Quartiere Madonnina, a poche decine di metri dal complesso fatiscente rifugio di sbandati e senza tetto. Nemmeno il fuoco che pochi giorni fa ha divorato quegli stabili abbandonati riesce a polverizzare il degrado che domina tutta l’area e i residenti del quartiere, un reticolo di via comprese tra via Amundsen e via Marco Polo a ridosso del cavalcavia non ce la fanno più. 

Martedi 25 aprile, mentre la gente festeggiava la giornata della Liberazione a due passi dalla chiesa, dalle scuole e dai giochi per i bambini, una violenta rissa stava per degenerare nel peggiore dei modi. Un magrebino impugnando una alabarda, una potente arma a doppia lama se l’è presa con altri connazionali e soltanto grazie all’intervento della polizia il tutto non è finito nel peggiore dei modi. Cosa ci sia dietro al violento diverbio è facilmente intuibile dai racconti che fanno i residenti del quartiere. «Ho visto con i miei occhi quella scena, dalla finestra di casa mia – racconta Natalia Bechet – Quei quattro ragazzi che se le davano di santa ragione. Poi quello che si dicono tra di loro non lo capiamo. Anch’io sono straniera ma le regole le rispetto, qui alla sera non si esce, troppo spaccio di droga, abbiamo paura». 

Già, spaccio, dicono i residenti che indicano la cittadella abbandonata andata a fuoco pochi giorni fa come quartiere generale del crimine, dove sbandati di ogni genere vanno e vengono sbrigando quasi indisturbati i loro affari sotto gli occhi di anziani e famiglie. «Si, qui è così da tempo – dice Claudia Cacciatori – qui ci sono anche delle scuole, certa gente dovrebbe stare lontano, ci vorrebbero più controlli». «Forse perché questa è un’area un po’ periferica le forze dell’ordine vengono un po’ meno – commenta Antonio Strippoli, che incontriamo mentre passeggia con i suoi due cagnolini nel parchetto – a me non è mai accaduto nulla direttamente ma quando cala il buio preferisco restare in casa, capita di fare incontri non proprio piacevoli». 

«E' uno schifo – esplode Lucia Cresta – noi abitiamo al primo piano e sono venuti a rubare pochi giorni fa, per non parlare dello spaccio, li vediamo ad ogni ora i movimenti di questa gente». Al bar della parrocchia di via Alvarado, a pochi metri da dove è scoppiata la rissa l’altro giorno, gli anziani si sono ritagliati il loro piccolo spazio. Trascorrono i pomeriggi chiacchierando e giocando a carte. Per entrare occorre varcare un cancelletto e attraversare un cortile dove scorrazza in bici qualche bambino. Quello è il loro piccolo mondo. Lì stanno bene dicono, nessuno li disturba. «Fuori da qui? Meglio non parlare». Intanto sulla vicenda dell’altro giorno è intervenuto il senatore di Forza Italia Enrico Aimi: «Il marocchino in questione va trattenuto ed espulso. A Modena primi segnali da banlieu parigina».