"Qui droga e giacigli, nessuno ci caccia"

Zona Tempio, un africano che vive nel covo di via Munari racconta: "Dormiamo anche in quindici, gli italiani vengono a fumare".

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"Stiamo qui, dormiamo qui perché non sappiamo dove andare e ci sentiamo sicuri, tanto le forze dell’ordine non ci fanno niete. Sanno che non abbiamo alternative, che non facciamo del male a nessuno, e ci lasciano stare". La zona è quella del ’noto’ cavalcavia Mazzoni. Ci eravamo stati nel 2017 e la situazione è sempre drammatica. Nulla è cambiato. Anzi, si avverte impunità. Ad accoglierci nel ’covo’ di via Munari, nei pressi della ferrovia, proprio dietro all’ex Brooklyn, un ghanese che si fa chiamare Asamoah. Parla bene l’italiano, è qui da "una vita" e ora è disoccupato. Bivacca all’esterno dello stabile abbandonato diventato un rifugio di sbandati, latrina, immondezzaio.

"E’ un posto di ritrovo – spiega – a volte capita di essere anche in dieci o quindici, soprattutto nel weekend. Chi viene qui si sballa, fuma. E non si tratta solo di stranieri. Qui ci vengono anche gli italiani, sono tossici, molti sono in cura al Sert. Non si bucano più ma vengono a fumare eroina e marijuana. Gli italiani vengono qui a fumare e poi ci passano la notte. Tanto nessuno ci manda via".

Asamoah e gli altri non hanno paura di sgomberi e retate, a Modena c’è sempre un posto per loro. Luoghi simili sono numerosi, vedi il capannone ex Corradini appena sgomberato dove - il giorno dopo il blitz - c’è stato anche un incendio. Vedi l’hotel della vergogna a Modena nord. L’edilizia del degrado è fiorente. "A volte c’è anche gente che commette scippi – spiega – vanno in stazione, fanno i furti e poi vengono a nascondersi qui. Poi ci sono le ragazze dell’Europa dell’est che lavorano sulla strada, al Tempio, vengono qui a fare i loro incontri con i clienti".

Nei giorni scorsi gli operai erano al lavoro per innalzare un’alta recinzione intorno alla zona che circonda l’ex ristorante Brooklyn dove campeggia il ritratto di Pavarotti, un’area vasta e privata ormai allo sbando più completo proprio perché l’attività è chiusa. Ma i senzatetto che frequentano il vicino covo di via Munari non temono le transenne: "Qui non le mettono – prosegue Asamoah – I residenti non devono avere paura di noi, non succede nulla. Non facciamo male a nessuno, restaimo a dormire nell’edificio abbandonato perchè non abbiamo altri posti. Le forze dell’ordine sanno che stiamo qui". Nonostante il Mef, nonostante i progetti di riqualificazione, nonostante gli sforzi fatti per incentivare attività commerciali, questa parte di città continua ad essere terra di nessuno.

"Sono qui a Modena da tantissimi anni, ho sempre lavorato, ho fatto un sacco di mestieri, operaio, magazziniere. Ho tre figli che abitano con la mamma – dice con gli occhi lucidi – ma adesso sono allo sbando. Non ho più nulla, la mia vità è un fallimento e sono costretto a stare qui. Frequento una comunità di Cognento, vengono a dare i pasti dietro la stazione e prendo la navetta per fare la doccia, questa non è vita".

Dentro lo stabile abbandonato ci sono rifiuti, materassi logori, secchi e residui di incartamenti usati per consumare droghe. Anche il Covid non fa paura: "Si dice che è una malattia dell’uomo bianco"; conclude Asamoah. La gente che vive e lavora in via Paolo Ferrari e dintorni è esasperata, il vai vai di spacciatori e tossicodipendenti è sotto gli occhi di tutti. Persone, soprattutto stranieri come Asamoah, che escono dai loro ’covi’ barcollando e senza maglietta, ubriachi o sotto l’effetto di stupefacenti.

Una situazione che porta via clienti alle poche attività rimaste e abbassa il valore delle case: "Non sappiamo più a chi rivolgerci, speravamo che il musei Casa natale Enzo Ferrari trasformasse la zona, invece è rimasto tutto come prima – dicono – Il Comune ci ha provato, è fuori dubbio, ma ora si è arreso. Come si fa ad avere un museo simile in mezzo a tanto degrado? Che figura fa la città con i turisti e i visitatori del Mef che dalla stazione, per arrivare al museo, devono attraversare una zona piena di edifici abbandonati, di spacciatori e di prostitute?", si chiedono pretendendo che la zona torni tra le priorità: "Ora si parla solo di viale Gramsci, c’è stata la sfilata dei politici, fiaccolate e sedi del Pd aperte. E qui? Meno spot e più fatti – concludono – vogliamo forze dell’ordine sempre presenti, le telecamere da sole non bastano. I delinquenti se ne fregano delle telecamere. Servono polizia e carabinieri che arrestino chi delinque, e magari la certezza della pena".

val. b.