Qui il primo ’sproloquio’

Nel 1886 Sandrone fede ridere la città affacciandosi dal balcone che dà sulla via Emilia

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Palazzo Solmi, già Rangoni, si affaccia con la sua facciata settecentesca maestosa in piena via Emilia centro ed è una residenza carica di storia. In realtà l’edificio ha origini antichissime, medievali, come dimostrano le tracce di archi gotici ancora presenti nel cortile di accesso da via Carteria: proprio qui nel 1977 è stato trovato un affresco di scuola Giovanni Da Modena (primi ‘400) oggi al Museo civico. Ma certo il palazzo diviene noto dalla seconda metà del XIX secolo, quando subisce una pesante ristrutturazione per volere di Bonifazio Rangoni, il proprietario che a inizio ‘800 lo vende poi ai conti Bellentani. Altre parti importanti qui sono lo scalone centrale, una scaletta a chiocciola interna, il balcone rinascimentale sul cortile d’ingresso da via Emilia e appunto i saloni del piano nobile, quello degli specchi e il monumentale con soffitto affrescato. Quest’ultimo spazio è importantissimo per la storia di Modena del XIX e XX secolo: qui, infatti, nel 1886 si affacciò per il primo sproloquio Sandrone che in quell’epoca era stato unito alla famiglia Pavironica.

Da questo balcone lungo la via Emilia probabilmente si affacciò anche Napoleone Bonaparte che nel 1796, nel corso della sua campagna in Italia, pose il suo quartier generale proprio al Solmi dove fu indetto il primo congresso per la redazione della costituzione della Repubblica Cispadana da cui poi discese il primo Tricolore. Il salone centrale fu poi anche sala teatrale – nel ‘700 vennero messi in scena il Moliere di Carlo Goldoni e la Secchia Rapita di Alessandro Tassoni – e nel ‘900 sede di cinema.

s. l.