Ragazzi autistici digitalizzano il Fondo Campori

Terminerà a dicembre il progetto presentato dalle Gallerie Estensi con l’associazione Aut Aut. Classificate oltre 5mila schede

Migration

di Alessandra Neri

Si concluderà a dicembre il progetto presentato dalle Gallerie Estensi, in collaborazione con l’associazione Aut Aut di Modena, che ha visto protagonisti sei ragazzi con autismo tra i 17 e i 29 anni. Un piano partito nel novembre dello scorso anno e che, attraverso l’attività di digitalizzazione, mira ad unire lavoro e disabilità. "Questo progetto è stato creduto e voluto fin dall’inizio – ha dichiarato Andrea Lipparini, presidente dell’organizzazione Aut Aut, che da anni opera sul territorio modenese per migliorare le condizioni di vita delle persone con autismo – abbiamo sempre pensato che i nostri ragazzi fossero assolutamente adeguati e all’altezza del compito molto impegnativo che gli è stato chiesto". Un incarico che ha impiegato i partecipanti al laboratorio nella metadatazione di oltre 5mila schede della raccolta Campori, celebre collezione di lettere, manoscritti e documenti di mano, redatti da numerosi personaggi di spicco, tra cui regnanti, intellettuali, scienziati, politici, letterati, storici e musicisti e che vanno dal XVI al XIX secolo. Nello svolgimento delle loro mansioni, i giovani adulti sono stati affiancati da un team di esperti e professionisti per aiutarli a pianificare il lavoro, ad apprendere le diverse procedure per l’inserimento dei dati e, infine, per gestire eventuali difficoltà, causate dalla disabilità autistica.

A prendere parte all’iniziativa sono, infatti, stati uno psicologo, uno specialista informatico, un gruppo di educatori e alcuni referenti della Biblioteca Estense, che, soprattutto nelle fasi iniziali, hanno efficientemente gestito e coordinato i diversi compiti. La collaborazione tra i diversi enti e le associazioni coinvolte ha dimostrato come "la cultura si fa parte di un’inclusione sociale" ha affermato Paolo Cavicchioli, presidente Fondazione Modena, lasciando ben sperare per il futuro del progetto. È, infatti, già stato annunciato l’inserimento di altri tre ragazzi, prima della fine dell’iniziativa. Un proposta, dunque, che non solo ha lasciato soddisfatti gli organizzatori ma anche gli stessi ragazzi, rispettando le aspettative poste in partenza.

La ripetitività del lavoro e la conseguente assenza di potenziali imprevisti o fattori di stress sono stati elementi decisivi nella riuscita del programma, che ha incontrato l’indole abitudinaria e strutturata dei giovani affetti da autismo. L’attività è stata studiata da anni nei minimi dettagli e, grazie al suo successo, nei prossimi mesi, sarà inserita tra le proposte dell’alternanza scuola-lavoro, raramente pensate o pianificate per le persone con disabilità. "Il risultato è stato entusiasmante per tutti – ha voluto sottolineare Martina Bagnoli, direttrice delle Gallerie Estensi – non è solo un’occupazione terapeutica, ma un vero e proprio impiego che permette a questi giovani di integrarsi nel mondo del lavoro e della cultura".

A testimoniare l’importanza dei risultati finora presentati è, inoltre, il fatto che molte delle schede, catalogate dai ragazzi, siano già state utilizzate dagli studiosi dei documenti contenuti presso la Biblioteca Estense Universitaria. Un percorso, dunque, essenziale, che gli organizzatori invitano a vedere direttamente sul campo, nel tentativo di sensibilizzare ulteriormente il pubblico sul tema.