Modena, con i resti umani trovati nel sacco a Maranello ricostruito uno scheletro

Proseguono gli accertamenti sulle ossa che erano sull’argine del Tiepido, in attesa del Dna. La criminologa Bruzzone: "Indagherei sulle scomparse in zona negli ultimi dieci anni. Saman? Lo escludo"

Una donna indica il luogo di ritrovamento dello scheletro. Nel riquadro Saman Abbas

Una donna indica il luogo di ritrovamento dello scheletro. Nel riquadro Saman Abbas

Modena, 6 aprile 2022 - Ogni frammento osseo è stato ‘schedato’ e nelle prossime ore sarà analizzato, ma lo scheletro è quasi completo. Le ossa ritrovate sono tante pur mancandone qualcuna, probabilmente a causa della fauna selvatica. Si lavora ininterrottamente per risalire ad un nome dietro a quei resti umani ‘restituiti’ sabato dal terreno e trovati da un uomo intento a raccogliere asparagi selvatici a ridosso del fiume Tiepido a Torre Maina, Maranello.

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Si propende per una vittima di sesso femminile vista la presenza di diversi abiti da donna ritrovati lì vicino. I resti erano quasi totalmente chiusi all’interno di un sacco in cellophane piuttosto resistente. Non si può al momento escludere nulla: sarà determinante l’esito del test del Dna, ma visto lo stato di scheletrizzazione, ovvero l’ultima fase della decomposizione del cadavere, la morte – quindi il probabilissimo omicidio alla base del decesso – potrebbe risalire a molto tempo fa.

Solo ieri è stato rinvenuto il cadavere fatto a pezzi di un’altra donna, emerso dal letto del fiume Po in secca. La zona del ritrovamento è Santa Maria Maddalena, in provincia di Rovigo, al confine con la provincia di Ferrara. Il corpo era chiuso in un borsone proprio come quello rinvenuto a Torre Maina. Come già annuciato, il Dna dei resti recuperati a Maranello sarà comparato anche con quello di Saman Abbas, la ragazza di 18 anni sparita ormai un anno fa, il 30 aprile 2021 da Novellara (Reggio Emilia) e che, secondo gli inquirenti, è stata brutalmente uccisa dai familiari.

Ci sono poi altre due persone scomparse nel nulla nella nostra provincia: Alessandro Venturelli, il 22enne sparito da Sassuolo il 5 dicembre scorso e la 79enne Silvana Covili, scomparsa da Pavullo in circostanze misteriose. All’interno del registro di ’Chi l’ha visto’ emerge però anche un altro nome: quello di Francisca Datinguinoo, scomparsa ad ottobre del lontano 2002. La 31enne – all’epoca della scomparsa – da alcuni mesi era ospite di una cugina a Modena, dove lavorava come badante presso una anziana signora. La giovane era scomparsa improvvisamente senza riscuotere l’ultimo stipendio, né restituire le chiavi di casa della persona che assisteva ed il suo cellulare risultava spento. Forse vent’anni sono tanti come finestra temporale, ma neppure troppi.

Ad analizzare il caso è la nota criminologa Roberta Bruzzone: "Se il corpo è rimasto sepolto senza protezioni, verosimilmente può essere considerato un intervallo tra i cinque e dieci anni; difficilmente meno e forse anche di più. Sicuramente si tratta di un omicidio – sottolinea – e se l’azione di depezzamento ha riguardato anche le ossa sarà possibile stabilirlo. Mi pare sia stato già riconosciuto un segno di taglio e non dimentichiamoci che sulle ossa i segni rimangono. La modalità – continua Bruzzone – è coerente con un omicidio a seguito del quale in qualche modo è stato fatto sparire il corpo. Per cercare l’assassino mi muoverei sulle scomparse in zona negli ultimi dieci anni appunto. Per questo motivo mi sento di escludere che la vittima possa essere Saman e ancora è da stabilire se davvero si tratti dei resti di una donna: non è detto – spiega la Criminologa – che gli indumenti siano legati al ritrovamento, a meno che non siano acrilici e comunque sarebbe rimasto ben poco".

Bruzzone esclude che il cadavere sia stato trasportato in quel punto successivamente al delitto: "C’era stata comunque una sepoltura, sicuramente a scoprire il cadavere è stata l’azione degli animali e le circostanze ambientali. È molto probabile che si tratti di un omicidio commesso per ragioni personali, passionali: il soggetto era sicuramente legato alla vittima da un punto di vista relazionale".