Riapre il duomo di Finale Emilia, il vescovo: "Il crollo di questa chiesa è stata una ferita profonda. Ma siamo riusciti a curarla"

Finale Emilia, la solenne cerimonia di riapertura del Duomo dopo la ristrutturazione durata 12 anni Anche Papa Francesco ha voluto mandare un messaggio: "Partecipo alla vostra grande gioia"

Modena, 26 maggio 2024 – I s orri si , gli applausi, le lacrime. Lacrime di gioia, di commozione, di memoria. Finale Emilia ieri pomeriggio ha vissuto il brivido più forte di questi anni complicati: alle 17.30 l’arcivescovo monsignor Erio Castellucci ha solennemente riaperto le porte del Duomo – chiuso da 12 anni, dalla terribile notte del terremoto – e l’antica chiesa, Casa del Signore, è tornata a essere la Casa di tutti e di ognuno. "Quelle del Duomo non sono pietre uguali alle altre – ha detto don Erio –. Sono pietre nelle quali è scritta la vita di ciascuno, sono pietre che ci hanno visto pregare in silenzio e portare al Signore le attese, le speranze, le fatiche, i dolori. In queste pietre è scritta parte della vita di ognuno".

Il duomo di Finale Emilia riapre dopo il terremoto
Il duomo di Finale Emilia riapre dopo il terremoto

Centinaia di persone hanno preso parte alla cerimonia solenne per la ‘rinascita’ del Duomo. E non solo le autorità in prima fila (come il prefetto Alessandra Camporota, l’assessore regionale alla cultura Mauro Felicori e il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli) o i tecnici che hanno lavorato per rimettere a posto tutte le pietre, ma tanti, tantissimi finalesi che hanno voluto condividere la felicità di una giornata speciale. Una gioia a cui si è unito, dal Vaticano, anche Papa Francesco. In un telegramma firmato dal Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, il Pontefice ha espresso "vivo apprezzamento a quanti hanno cooperato all’opera di restauro" e, "nell’auspicare che la circostanza susciti rinnovati propositi di comunione, di evangelizzazione e di testimonianza cristiana" ha inviato la sua benedizione apostolica, con un ricordo speciale per monsignor Ettore Rovatti che fu parroco di Finale per più di 40 anni ed è scomparso nel 2015: "Ebbe sempre a cuore il decoro degli edifici sacri", ha sottolineato il Papa.

La ‘resurrezione’ del Duomo è stata piena quando don Erio, dal sagrato, col pastorale ha bussato tre volte alla porta principale della chiesa. Le ante sono state spalancate, con un applauso quasi liberatorio. Ed è così entrata in chiesa la processione di almeno venti fra sacerdoti e diaconi, accompagnati dalla musica dell’organo, suonato dal maestro Matteo Bonfiglioli, e dalle voci di sessanta coristi diretti dal maestro Lorenzo Fioratti.

2Credo che il crollo di questa chiesa abbia rappresentato per molti una ferita profonda, che richiedeva di essere rimarginata – ha rimarcato l’arcivescovo nella sua omelia –. Un terremoto, oltre a un senso di precarietà e anche di terrore, svela la fragilità del nostro cuore che quindi richiede di essere rafforzato. Certamente gli esseri umani possono riparare il tempio di pietre, ma il tempio del cuore solo il Signore lo può riparare". Don Erio ha poi aggiunto una riflessione sul significato della comunità, racchiuso in una parola semplice, "con": anche le pietre del Duomo sono il simbolo di questo abbraccio di persone, di intenti, di speranze.

Al centro della Messa solenne, il toccante rito della dedicazione dell’altare, l’unzione della pietra con il sacro crisma, l’incensazione e poi la luce. Solo a quel punto sono state accese tutte le luci del Duomo, e la festa è stata completa.

Al termine della cerimonia, il parroco don Daniele Bernabei ha voluto ringraziare tutti coloro che lo hanno affiancato in questi anni, nel lungo percorso di ricostruzione del Duomo, un sogno finalmente realizzato: "Se oggi riapriamo con immensa gioia questo Duomo, casa di Dio e casa d’uomo, è proprio perché, da quella notte del 20 maggio 2012, ci siamo sentiti e siamo rimasti un po’ orfani", ha detto. Ma ora il Duomo è tornato a vivere, e da oggi sarà per tutti, di tutti. Anche dei bimbi più piccoli, che non ci erano mai entrati prima di ieri, come i piccoli della scuola materna Sacro Cuore che, poco prima della benedizione finale, hanno portato all’altare un cartellone con tanti disegni: ogni bimbo si è raffigurato, insieme alla famiglia, all’interno del Duomo e, in fondo, lo porta già nel cuore.