"Riciclaggio, ormai la malavita è ’laureata’"

Operazioni sospette, Zavatti (Cgil): "Da Modena boom di segnalazioni". Il presidente dei notai: "Diffiicile scovarle, crimine sofisticato"

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La nostra economia risulta sempre più esposta agli affari malavitosi. Il preoccupante quadro emerge dai dati della UIF-Banca d’Italia relativi alle segnalazioni di operazioni sospette di riciclaggio nel primo semestre 2022. L’Italia è tra i primi posti ‘neri’ in Europa per riciclaggio economico - come sottolinea Franco Zavatti, del coordinamento legalità della Cgil - e l’Emilia Romagna è quinta nella triste classifica, dal momento che le province regionali risultano tra le peggiori nella mappatura del traffico finanziario illecito verso i cosiddetti Paesi Paradisi Fiscali. "Un traffico illegale – spiega Zavatti - che vede sempre più coinvolte le imprese emiliano-romagnole, loro consulenti e professionisti, prestanome di comodo". Parliamo in sostanza di flussi di denaro collegati a riciclaggio o finanziamento del terrorismo o comunque fondi, indipendentemente dalla loro entità, provenienti da attività criminosa. "Solo dalla nostra Regione – fa presente Zavatti – nel primo semestre di quest’anno sono partite 4.603 indicazioni di riciclaggio: 25,6 ogni giorno, più di una all’ora e i più preoccupanti sono proprio i dati modenesi. Infatti, dopo le 1.055 pratiche partite da Bologna segue Modena con 784 segnalazioni, ma siamo la prima provincia se si rapporta il numero delle segnalazioni rispetto alla popolazione abitante – spiega Zavatti. – Inoltre, dalle tabelle UIF, si vede che il calo emiliano-romagnolo rispetto allo scorso anno è dovuto alla diminuzione delle segnalazioni in 7 province, col triste contrasto di Modena che porta una crescita dei fascicoli sul riciclaggio del +21,17%".

"La criminalità nostrana è sempre più esperta e riesce ad occultare l’aspetto criminoso almeno nell’impatto immediato – spiega Antonio Nicolini, presidente del consiglio notarile di Modena –‘Come notai siamo la categoria professionale che segnala di più e registriamo un aumento ma non drammatico delle segnalazioni. Quello ‘vertiginoso’ è legato ad operazioni che non passano da professionisti ma attraverso le banche. Nell’ambito delle professioni, però – ribadisce - la maggior parte delle segnalazioni avviene attraverso i notai anche se non sempre siamo in grado di individuare il ‘dato’ sospetto. Abbiamo infatti notato una maggior sofisticazione delle operazioni sospette di riciclaggio perchè la criminalità si è specializzata. Spesso gli autori – spiega – effettuando una serie di operazioni singole che appaiono lecite ma che poi rientrano in un’operazione complessiva illecita. A cosa stiamo attenti? Ad operazioni che non hanno una apparente economicità, un acquisto a prezzo superiore rispetto a quello di mercato ad esempio: da qua il sospetto del riciclaggio di denaro sporco. A destare sospetti, poi, un acquisto di un bene ‘inutile’ o non giustificabile per un utilizzo diretto da parte dell’utente e pagamenti con mezzi anomali: concessioni di credito verso soggetti stranieri o pagamenti effettuati tramite banche poste all’estero. Spesso – conclude Nicolini - ci sono aree geografiche di provenienza che fanno insospettire, dove la malavita è più radicata: se nel contesto c’è una provenienza geografica di quel tipo siamo invitati su indicazioni della finanza ad essere più attenti. Non abbiamo strumenti particolari quindi per individuare subito operazioni sospette e nel contempo è emerso come la criminalità sia alla ‘terza generazione’ e si avvalga di consulenti preparati e figli che studiano in ’università mirate’.

Valentina Reggiani