Riforma del codice della strada : "Va rispettato il piano sicurezza"

Ok del consiglio comunale alla mozione di M5s, Pd, Sinistra per Modena e Verdi: "Rivedere il piano" "L’attuale disegno di legge non tiene conto di alcuni aspetti fondamentali per la prevenzione" .

Riforma del codice della strada : "Va rispettato il piano sicurezza"

Riforma del codice della strada : "Va rispettato il piano sicurezza"

Ripensare la riforma del Codice della strada, eliminando dalla proposta quelle norme che contrastano con il Piano nazionale per la sicurezza stradale 2030 e che limitano la possibilità dei Comuni di intervenire sulla mobilità urbana e sulla viabilità. È la richiesta principale che il Consiglio comunale di Modena rivolge al Governo approvando, nella seduta di giovedì 11 aprile, la mozione presentata da Movimento 5 stelle, Pd, Sinistra per Modena ed Europa Verde-Verdi incentrata sull’attuale revisione dell’esecutivo del Codice della strada. Il documento è stato approvato con il voto contrario di Modena Civica, Lega Modena e Fratelli d’Italia; astensione per Gruppo indipendente per Modena e Modena Sociale – Indipendenza!.

In premessa, il documento specifica che l’assenza di sicurezza stradale è la prima causa di morte per i giovani sotto i trent’anni e che l’Italia, come riportano i dati della Commissione europea, è il Paese europeo con più morti su strada. Per questo motivo, nel 2022, il Governo ha approvato il Piano nazionale per la sicurezza stradale 2030, che punta entro quella data a ridurre del 50 per cento le vittime e e feriti gravi per incidenti stradali.

Tuttavia, viene specificato, l’attuale disegno di legge proposto dal Governo per la revisione del Codice della strada non sembra tenere conto di alcuni aspetti, come il fatto che, secondo l’Istat, il 73 per cento delle collisioni avvenga in ambito urbano e che, tra queste, le principali cause di morte sono l’eccesso di velocità (23 per cento), guida distratta (20 per cento) e mancata precedenza ai pedoni sugli attraversamenti (17 per cento). La riforma, infatti, limita “pesantemente” l’autonomia di azione delle Amministrazioni locali per progettare piste ciclabili, zone a traffico limitato o aree pedonali. Inoltre, si subordinano le Ztl alle esigenze della mobilità automobilistica non tenendo conto di chi è più vulnerabile su strada e ci si focalizza, con un approccio repressivo, più su abuso di alcol e stupefacenti che non, appunto, sulla limitazione dell’alta velocità nei centri urbani.

Ricordando quindi le attuali mobilitazioni in molte città contro questa riforma, nonché i documenti approvati dal Consiglio comunale di Modena, fra cui il Piano urbano per la mobilità sostenibile (Pums 2030), che punta a favorire modalità di trasporto alternative all’auto, il documento chiede a Governo e Parlamento di rivedere alcuni punti del disegno di legge. In particolare, si chiede di eliminare le norme in contrasto con il Piano nazionale e quello globale per la sicurezza stradale, nonché quelle che limitano la possibilità dei Comuni di intervenire sulla mobilità urbana e viabilità stradale. Contestualmente, sono auspicati interventi normativi e finanziari per la mobilità dolce e per il trasporto pubblico, e per agevolare anche percorso verso le “città 30”.

r.m.