
"Rocca inconfondibile, marketing assurdo"
Tra coloro che non sono convinti dalla nota rilasciata sabato scorso dalla presidente della Fondazione di Vignola, Carmen Vandelli, sull’ormai conosciuta vicenda delle denominazioni Rocca dei ContrariRocca di Vignola, c’è Achille Lodovisi, per 25 anni direttore del centro studi della Fondazione di Vignola e autore della Guida alla Rocca di Vignola tuttora in vendita nel bookshop del castello.
Comunicato della Fondazione alla mano, Lodovisi spiega cosa non lo convince. E, soprattutto, il danno di immagine che rischia Vignola.
Prof. Lodovisi, partiamo dall’inizio. Vandelli chiarisce innanzitutto che "La Rocca di Vignola è e sarà sempre la Rocca di Vignola"
"Meno male, anche perchè non si può dire altrimenti. Ma i problemi arrivano dopo".
Cioè?
"Già quando si parla che a questo ’percorso virtuale museale’ è stato dato ’come per tutte le iniziative culturali che la Fondazione ha organizzato all’interno della Rocca di Vignola un nome proprio: Rocca dei Contrari’, iniziano le incongruenze. Non mi risulta infatti siano stati ideati i percorsi ’Rocca tracce in luce’ o ’Rocca Sogno o son Deste’. Ogni iniziativa, cioè, ha sempre mantenuto una sua autonomia di denominazione rispetto all’edificio.
Non ci sarebbe niente di male ad avere un percorso espositivo chiamato ’L’Età dei Contrari’, e non bisogna mettere in contrapposizione la cartellonistica all’ingresso".
La considera in contrapposizione la cartellonistica?
"Certamente. Nella parte sinistra dell’ingresso c’è scritto Rocca dei Contrari, con tanto di orari e nessuna indicazione che chiarisce che si tratti di un ’percorso virtuale’.
C’è anche un QR code che rimanda al sito della Fondazione, non al nuovo roccadeicontrari.it. Nella parte destra dell’ingresso, c’è invece il cartello Rocca di Vignola, privo di qualsiasi informazione per il pubblico". Cosa la indigna di più?
"Il passaggio in cui la nota della Fondazione spiega che questo ’progetto espositivo’ si propone di ’aumentare la visibilità della Rocca di Vignola in ambito regionale e nazionale’. Ma stiamo scherzando? Ricordo che la Rocca di Vignola è conosciuta come tale anche su una guida in California. E un vero nonsense, per non dirla altrimenti, è quando si accenna all’esigenza ’di differenziarsi rispetto al posizionamento di luoghi analoghi’. Cosa significa? Quali altre rocche di Vignola ci sono per doversi differenziare? La dico anche più semplicemente: hanno mai cambiato nome al Colosseo? No, si è cercato invece di promuovere l’accessibilità al monumento". Nel documento della Fondazione si spiega che ’Il nome del progetto ha una finalità esplicita di marketing territoriale’. Non si giustifica neanche così?
"Ancora più assurdo. Marketing territoriale togliendo il nome di Vignola? La Rocca di Vignola, ricordiamolo, è stata dichiarata Monumento Nazionale nel 1906. Con questa operazione, in nome del marketing, è stata trattata come un prodotto da scaffale qualsiasi, a cui talvolta, in questo caso sì, bisogna cambiare nome per rilanciarlo". Quindi, qual è la sua conclusione?
"Credo sia offensivo per Vignola e la Rocca stessa, che hanno già la loro attrattività, essere costretti a cambiare nome per essere attrattivi. Oltre alla storia, si pretende di cancellare anche la geografia".
Marco Pederzoli