Sci, quando riaprono gli impianti. "Il 18 gennaio saremo pronti"

Magnani (Consorzio Cimone): "Speriamo che questo sia l’ultimo rinvio. Abbiamo lavorato duramente per accogliere al meglio le persone che verranno"

La protesta dei maestri di sci in Regione dello scorso 23 dicembre

La protesta dei maestri di sci in Regione dello scorso 23 dicembre

Modena, 3 gennaio 2021 - Un altro rinvio dell’apertura degli impianti sciistici. L’inizio della stagione, in questo inverno tanto nevoso, non sarà il 7 gennaio come i gestori auspicavano, ma undici giorni dopo, il 18, e con ogni probabilità solo nel caso in cui la Regione sia di colore ’giallo’.

L’ufficialità è arrivata ieri a seguito dell’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza. Il rinvio era nell’aria, dopo che nei giorni scorsi, le Regioni e le Province autonome, attraverso lettera del presidente della Conferenza Stefano Bonaccini, avevano chiesto un rinvio della riapertura in vista di un allineamento delle linee guida al parere espresso dal Comitato tecnico-scientifico.  

"Speriamo che questa sia la volta buona – commenta Luciano Magnani, presidente del Consorzio Cimone –. Sicuramente era meglio il 7 perché in gennaio avremmo potuto fare tre weekend mentre ne faremo due. Per noi i fine settimana sono basilari a differenza delle Alpi. L’indotto è basato in particolar modo sul sabato e la domenica. Io sono convinto che se avremo bel tempo il Cimone sarà preso d’assalto, arriveranno tanti sciatori".  

Quest’ultimo rinvio ve lo aspettavate? "Tutti aspettavamo ed eravamo convinti di aprire il 7, poi visto come andavano le cose avevamo chiesto il 15, speriamo che questo del 18 sia l’ultimo". Quindi eravate pronti ad aprire il 7? "Sicuramente. Abbiamo battuto le piste, sparato e fatto tutto quello che serviva. È da più di un mese che lavoriamo, tutta la neve caduta è stata pressata e tutte le piste sono battute. Ci stiamo preparando per l’apertura del 18 che sarà alla grande, con una situazione neve eccezionale, due metri su tutte le piste. È stato superato anche il problema delle valanghe, sono state disinnescate". Sembra che questo nuovo rinvio non vi abbia fatto arrabbiare ulteriormente. "La data del 18 la prendiamo in modo favorevole, sperando che con due metri di neve arrivi anche tempo bello e, allora, di sicuro non recupereremo quanto abbiamo perso, ma tantissime persone verranno sul Cimone, vuoi per la voglia che avranno di sciare dopo la restrizioni e un po’ per la situazione ottimale del Cimone. Noi offriamo l’opportunità di sciare lungo tutti i 50 chilometri di piste, tutti aperti contemporaneamente. Questo ci dà speranza anche da punto di vista psicologico. Correvamo il rischio che tante persone avrebbero potuto fare altro invece di venire a sciare, anche se lo sport dello sci è bellissimo, perché vivi in un mondo diverso, completamente al di fuori del normale". Fino ad oggi avete sostenuto soltanto costi nell’incertezza di poter aprire "Ho fatto un po’ di conti, arrivare al 7 gennaio, come impianti, abbiamo perso due milioni di euro e l’indotto va moltiplicato per 5, quindi sono mancati 10 milioni qui sul Cimone. Ricordiamoci che gli alberghi e i rifugi in quota erano chiusi, i ristoranti e i maestri di sci non hanno potuto lavorare. Ora è importante sapere che possiamo riprendere l’attività e riassumere i lavoratori stagionali che sono a casa fino al 18 gennaio, senza lavoro. Non era mai successo che noi investissimo e lavorassimo senza incassare, questo è il paradosso. L’intervento del presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, è stato importante, perché c’era chi avrebbe voluto aprire gli impianti alla fine di gennaio". Arriveranno aiuti pubblici per le stazioni sciistiche? "Bonaccini ha confermato il milione di euro stanziato per i maestri di sci dell’Emilia Romagna e ha assicurato che, come presidente della Conferenza Stato Regioni, farà pressione sul governo per avere contributi anche per gli impianti invernali".