"Sci, era tutto pronto: siamo sconcertati"

Salta l’apertura di oggi, impianti fermi fino al 5 marzo. Magnani: "Avevamo venduto 30mila euro di biglietti". Bonaccini: "Danno enorme"

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di Davide Miserendino

Altro che freddo polare. Lo stop intimato ieri allo sci dal ministro della Salute Speranza ha fatto gelare il sangue a tutto l’Appennino modenese. Sulle stazioni sciistiche della nostra montagna era ormai tutto pronto: skipass venduti online, piste battute, personale arruolato. E invece, per l’ennesima volta, rimarrà tutto fermo.

"Sono davvero senza parole", dice Luciano Magnani, presidente del Consorzio Cimone, un diavolo per capello. "Da dieci giorni lavoriamo sensa sosta per aprire. Abbiamo assunto persone che aspettavano da cinque mesi di prendere lo stipendio. E avevamo già venduto online, per evitare le file, 30mila euro di biglietti. E’ evidente: ce l’hanno con noi".

Magnani, maestro di sci, ormai ne è certo: "I centri commerciali sono aperti, i centri storici delle città anche e ci sono tantissime persone in giro. Qui, invece, non può venire nessuno. Perché?". I numeri dicono tanto: "Abbiamo speso dai 150 ai 200mila euro per essere pronti a partire. Un esempio: oggi 11 gatti delle nevi hanno battuto tutte le piste per cinque ore". Il sestolese non si rassegna: "Ci faremo sentire, questo è certo. E’ la quarta volta che ci costringono a rinviare l’apertura. Mai avrei pensato che le persone che ci devono rappresentare a Roma potessero fare cose del genere. Le persone si stanno ormai disabituando all’idea di andare a sciare, è un fatto gravissimo. Stanno ammazzando la montagna".

E’ durissimo anche il commento del presidente della Regione Stefano Bonaccini, che ieri non ha nascosto la sua disapprovazione per questa decisione improvvisa: "Non posso non esprimere stupore e sconcerto, anche a nome delle altre Regioni – ha detto –, per la decisione di bloccare la riapertura degli impianti sciistici a poche ore dalla annunciata e condivisa ripartenza per domani (oggi, ndr). Solo una settimana fa il Cts aveva validato la riapertura di queste attività in zona gialla attraverso linee guida molto stringenti, formulate dalle Regioni in accordo coi gestori e secondo le indicazioni dei tecnici. Poi, in queste ore, abbiamo assistito ad un cambio repentino di orientamento da parte del Cts, che spiazza totalmente i gestori degli impianti e quanti avevano già prenotato. Non mi sono mai permesso di sindacare le misure per contenere i contagi, perché il contrasto dell’epidemia era e resta la priorità; ma cambiare le regole all’ultimo minuto è un danno enorme per gli operatori economici, che hanno già visto saltare il grosso della stagione invernale e si erano preparati con pazienza e sacrificio alla giornata di domani. Le regole si rispettano, ma ora servono subito aiuti economici concreti e immediati".

Altra categoria fortemente penalizzata è quella degli albergatori, come conferma Amedeo Faenza, presidente di Federalberghi Modena e titolare dell’hotel Villa delle Fate, a Sestola. "Stavano arrivando le prenotazioni, avevamo aperto già da dieci giorni per preparare tutto al meglio e ora arriva l’ennesima batosta. Siamo rammaricati e dispiaciuti – commenta amaro – Per noi è una situazione davvero imbarazzante: avevamo già programmato delle assunzioni, abbiamo investito per esserci al meglio. E invece ora ci toccherà richiamare i clienti e restituire le caparre". Faenza torna su un suo cavallo di battaglia: "E’ il metodo che non va bene. Non si può decidere dall’oggi al domani di chiudere. Non si può fare. Far ripartire delle aziende chiuse da un anno non è cosa facile. Serve programma e ci vogliono risorse mirate. Siamo sfiniti".