«Scuole chiuse, senza nonni saremmo persi»

Bambini affidati agli anziani dai genitori: «Ma organizzarsi è difficile, speriamo di tornare al più presto alla normale routine»

Migration

‘Nonni patrimonio nazionale’. Sempre e ora più che mai in tempi di Coronavirus. Se nei fatti già costituiscono una delle colonne portanti nella gestione delle giovani famiglie, ora sono stati elevati di diritto a questo ruolo. Nonni e nonne tuttofare, alle prese con uno o più nipoti che si trovano a casa a seguito della decisione regionale della chiusura delle scuole di ogni ordine e grado. Basta fare un giro al parco per renderci conto che ‘multitasking’ non sono solo le mamme ma anche i nonni. Complici le belle mattinate di sole, si ritrovano tutti nei parchi delle città: i piccoli si divertono (e scaricano energie) e i grandi possono parlare con altri nonni o mamme o papà o babysitter. A ben guardare, la mappa di chi vive i parchi in questi giorni di emergenza Coronavirus è molto variegata. Luisa e Giuliano portano ogni giorno a giocare il piccolo Gabriel, 6 anni Ed è proprio lui il primo a prendere la parola: «Io sto tutto il giorno con il mio nonno e la mia nonna e sono molto contento». Chiosa sottovoce il nonno: «Forse siamo meno contenti noi», ma sorride dicendolo. Nonni super star, ‘eroi nazionali’ o quanto meno per quella parte di Italia in cui continuano ad aumentare i contagiati per il Coronavirus. Oltre ai nonni ci sono anche molte mamme cui è stato consentito in questi giorni lo ‘smart working’, ossia il lavoro da casa. «Dallo scorso lunedì lavoro a casa per decisione della mia azienda – spiega la giovane mamma Chiara -. In questo modo cerco di ‘organizzare’ i due piccoli tra i miei orari e le disponibilità di mia madre e mo mia suocere». Chiara guarda le acrobazie dei piccoli e intanto aspetta le due nonne per ‘consegnare ‘ i piccoli e tornare a casa a lavorare al computer. «Non so come faremmo senza i nonni. Dovremmo ricorrere alla baby sitter, ma è costosa. Il lavoro a casa, le conference call: «Uno o due volte a casa può anche andare bene, ma poi è necessario che certe decisioni siano prese di fronte ad un tavolo, guardandosi negli occhi». Mariangela, nonna superstar ed elegante: «Sinceramente spero che la scuola riprenda. Sarebbe un segnale sotto tutti i punti di vista, a partire dall’economia».

«Per la prima settimana ce li stiamo goduti a casa – prosegue Chiara -. Nel divenire la situazione diventerebbe impegnativa, dal punto di vista dell’organizzazione». Ivana, cappotto roso e sorriso contagioso, spinge la sua nipotina sull’altalena, al suono di «Nonna più forte!». «Mia figlia è medico al Policlinico, quindi ha orari difficili. L’altra nona ed io lavoriamo ancora, ma riusciamo a combaciare gli impegni per garantire sempre la presenze a nostra nipote».

«Lavoro in una azienda del mantovano – chiosa Chiara, un’altra mamma – questo mi consente di lavorare in ‘smart working’ e di gestire la mia giornata con il piccolo. Però quanto ho le conferenze call devo necessariamente fare ricorso ai suoceri che sono in pensione, a differenza dei miei genitori». Tania lavora in un centro commerciale e sta ‘sfruttando’ le ore accumulate a causa della malattia di una collega: «Ho due gemelli. Ho anche pensato a chiamare un baby sitter, ma io con il mio compagno abbiamo pensato di chiedere un aiuto ai nonni. Se il fermo della scuola sarà prorogato, sto pensando dio chiedere alla mia azienda di anticiparmi la settimana di ferie che ho in maggio. Spero me la concedano». Arriva Francesco, super nonno: «Ci ‘dividiamo’ i nipote tra me e i miei suoceri. Io sono pensionato e sono avvantaggiato, ma altri lavorano. Per questo sono qui».