GIANPAOLO ANNESE
Cronaca

Shoah, il monito di Ciuffi: "Non basta ricordare: interrogarsi sul presente"

A Nonantola spazio dedicato all’incontro tra esuli ebrei e popolazione locale. Il direttore della Fondazione ’Villa Emma’: "Stiamo lavorando all’allestimento"

Il professor Fausto Ciuffi

Il professor Fausto Ciuffi

Modena, 27 gennaio 2025 – Sarà inaugurato entro l’anno ‘Davanti a Villa Emma’, il progetto di valorizzazione dell’area Prato Galli, con la creazione di un luogo per la memoria dedicato all’incontro tra i ragazzi ebrei arrivati a Nonantola durante la Seconda guerra mondiale e la popolazione locale. "Stiamo lavorando all’allestimento, ma prima ovviamente dovrà essere pronto l’edificio – spiega il professor Fausto Ciuffi, direttore della Fondazione Villa Emma –. Il ritardo in questa fase è principalmente dovuto alla fornitura di materiali, che oltre a costare sempre di più a causa delle crisi internazionali, risultano di difficile reperimento. Il punto di svolta dovrebbe essere l’estate, siamo comunque nella fase conclusiva".

La struttura prevede un allestimento che punta al racconto della vicenda e dell’incontro tra nonantolani e giovanissimi esuli ebrei, un laboratorio didattico, una piccola sala conferenze e un ambiente di lavoro. "Non si tratterà quindi di un ’museo’, ma di un dispositivo volto ad un’accoglienza formativa e dialogica nei confronti del pubblico".

Per il professor Ciuffi il punto sul progetto di Villa Emma diventa l’occasione per allargare la riflessione sul Giorno della Memoria, la ricorrenza internazionale che ricorre ogni 27 gennaio nella quale si commemorano le vittime dell’olocausto fissata dalle Nazioni unite nel 2000. Essendo docente, il suo è un osservatorio privilegiato rispetto al grado di interesse dei ragazzi sull’Olacausto. Non è passato inosservato in questi giorni per esempio il timore della senatrice a vita Liliana Segre che la Shoah possa essere pian piano dimenticata. "La senatrice – rimarca Ciuffi – si riferisce non solo al venir meno dei testimoni diretti, che già contribuiscono alla ricerca storica con i loro contributi, ma soprattutto alla fatica che i testimoni fanno oggi nel raccontare quelle vicende, al rischio di assuefazione da parte di chi ascolta, che potrebbe alla lunga determinare un calo della sensibilità nelle future generazioni". Mai come negli ultimi anni si è parlato tanto della Shoah, mai ci sono state tante commemorazioni, oltre a eventi, film, testimonianze: "Ma, ci stiamo chiedendo, quanto sono davvero efficaci queste metodologie, queste iniziative, nella formazione di una coscienza storica e civica dei giovani?". Quello che manca secondo Ciuffi è coniugare alla Memoria anche la Responsabilità, laddove, come già avviene in alcune esperienze scolastiche europee, "chi ascolta non può essere un mero ricettore di vicende del passato, perché altrimenti tutto si esaurisce con la commemorazione".

Queste giornate possono forse diventare occasione "per l’elaborazione di pratiche, individuali e collettive, finalizzate all’elaborazione di progetti e atteggiamenti che indaghino e si misurino con i problemi dei contesti sociali in cui viviamo, discutendo all’interno delle comunità, e non perdendo di vista l’orizzonte del presente che, proprio perché appare offuscato da minacce e problemi, va interrogato e conosciuto con attenzione, per non cadere in luoghi comuni o in sterili forme di rappresentazione".