Aveva trovato il suo nome cercando su internet un avvocato. E poi, incoraggiata dalla vicinanza, aveva contattato lo studio legale di Sassuolo, dove si esibivano in bella mostra una targhetta esterna, una laurea in giurisprudenza incorniciata e altri attestati di corsi. Tutta apparenza, ma niente sostanza: lui, il presunto avvocato, è stato denunciato dalla legale rappresentante di una ditta di Scandiano, che gli aveva affidato alcune pratiche ma poi aveva iniziato a nutrire sospetti su di lui. E ieri, al termine del processo di primo grado a Modena, l’uomo, un 48enne, è stato condannato in primo grado a 2 anni e 4 mesi dal giudice Natalina Pischedda per i reati di esercizio abusivo della professione di avvocato e di truffa, per i quali il pm aveva chiesto 3 anni. Secondo quanto riferito dalla donna, costituita parte civile attraverso l’avvocato Giacomo Fornaciari, lei si era vista ‘spillare’ circa 10mila euro, cifra che le è stata riconosciuta come provvisionale. I fatti contestati risalgono al biennio 2018-2020, quando la titolare affidò al 48enne anche una pratica riguardante un cliente dell’azienda scandianese che lamentava problemi sulla merce. Il presunto legale non avrebbe fatto nulla e la donna ha perso la causa. Quest’ultima sarebbe stata rassicurata dal 48enne sul fatto che sarebbe ricorso in appello; ma nel frattempo l’avvocato, questo vero, della controparte ha promosso un’azione di recupero credito: l’azienda di Scandiano si è vista pignorare il conto corrente e alcuni beni, con tanto di visita dell’ufficiale giudiziario, e il suo debito è aumentato a dismisura. Tra le accuse, anche quella di aver formato un falso dispositivo di sentenza, apparentemente emesso dalla commissione provinciale tributaria di Modena contro il Comune di Castelfranco Emilia, con cui si annullava una cartella esattoriale della donna. In aula la titolare ha spiegato di aver deciso di denunciarlo "non per i soldi, che non riavrò mai, ma perché altre persone non vengano danneggiate. Ho infatti notato che il suo nome, su internet, circola ancora". Il difensore d’ufficio aveva chiesto l’assoluzione, sostenendo che non ci fosse prova che lui non fosse stato in passato iscritto o sospeso dall’Ordine professionale, e che comunque avrebbe potuto occuparsi di pratiche stragiudiziali. Il giudice ha però promosso una verifica all’Ordine, da cui è risultato che lui non era mai stato avvocato.
CronacaSi fa pagare la parcella, finto avvocato nei guai