’Siamo a corto di braccianti agricoli’

Alle aziende manca la manodopera stagionale: "Rischiamo di non finire le raccolte di frutta e ortaggi"

Migration

Grido dall’allarme della ministra all’Agricoltura Teresa Bellanova oltre che degli agricoltori italiani, al cui coro si uniscono quelli della Bassa modenese.

"L’agricoltura – ha dichiarato la Ministra – ha bisogno di immigrati, le raccolte sono a rischio, e nei campi sono costretti a gettare le primizie".

Un settore, quello agricolo, messo a durissima prova anche di recente dalle gelate di fine marzo e del 2 aprile che hanno seriamente compromesso le piante da frutto, nel periodo di massima fioritura.

Senza contare il flagello della cimice asiatica, dell’alternaria, della siccità, della grandine.

"La nostra è una azienda agricola a produzione biologica, con orientamento produttivo biodinamico – dichiara l’imprenditrice Monica Ferrarini, con azienda nella frazione di Quarantoli – e questo sta a significare che la manodopera nei campi viene utilizzata oltre che per la raccolta anche per l’estirpamento manuale delle infestanti, poiché non utilizziamo nessun tipo di diserbante.

Attualmente, la situazione, per quanto ci riguarda e in riferimento all’emergenza Covid 19, è altalenante come lo è la nostra intensità lavorativa.

Le nostre preoccupazioni, infatti, aumenteranno a fine mese – prosegue l’imprenditrice – quando la maturazione di alcuni nostri prodotti, per esempio l’aglio, sarà pronta per la raccolta".

Preoccupazioni, quelle degli imprenditori agricoli, che derivano "dalla mancanza di una parte della manodopera stagionale in azienda – sottolinea l’imprenditrice – dovuta all’impossibilità di tanti lavoratori, per lo più extracomunitari, di arrivare sul nostro territorio nazionale a causa della chiusura delle frontiere".

Molte aziende agricole, tra cui anche l’azienda Ferrarini, già ad inizio marzo hanno dovuto affrontare la dura e difficile scelta della diminuzione di alcune delle superfici dedicate a orticole, proprio per la mancanza di manodopera.

Scelta, questa, impraticabile per le aziende agricole in possesso di frutteti o di altre coltivazioni pluriennali (15-20 anni). Per Monica Ferrarini, e per tanti altri agricoltori della Bassa modenese, e non solo, "la mancanza di manodopera stagionale nelle campagne è sicuramente una delle problematiche più impellenti di questa emergenza". "Il Governo e le associazioni di categoria– dichiara – sono già al lavoro per trovare una soluzione.

Il rischio che si corre – conclude l’imprenditrice – è proprio quello che le aziende agricole non siano in grado di portare a termine le raccolte di frutta e ortaggi, lasciando in campo una ingente percentuale di coltivazioni, e con i prezzi di mercato che corrono molte aziende si troveranno ad affrontare un periodo critico, mentre i prodotti agroalimentari sugli scaffali diminuiranno".

Il tema della mancanza di manodopera ha innescato un dibattito politico con varie soluzioni proposte anche per arginare il lavoro nero.

Continua il pressing delle associazioni al governo.

v.bru.