Siamo in 29, lezioni in biblioteca

I docenti ci invitano a restare seduti e a mettere la mascherina

Sono le 7.50 e manca sempre meno all’attesissimo suono della campanella. Siamo tutti in fermento davanti al cancello pronti a scattare per accaparrarci il banco migliore, c’è solo una differenza: abbiamo tutti la mascherina. Io e i miei compagni di classe entriamo dal cancello numero 3 (in via Agnini) e ci dirigiamo verso il varco numero 4 a noi riservato che porta direttamente nel seminterrato dove c’è la nostra aula. All’ingresso, come anche all‘interno dell’aula, è messo a nostra disposizione un dispenser di gel igienizzante. Tra tutte le classi dell’istituto noi siamo una delle più numerose: siamo in 29 quest’anno, quindi l’unico spazio che potesse garantire la distanza interpersonale era la biblioteca che è stata riconvertita ad aula. I banchi sono disposti in 5 file da 6 banchi ciasuno; la cattedra, di fronte a noi, è dotata di plexiglass, spruzzino igienizzante, alcune salviette (per sanificare tastiera e sedia ad ogni cambio d’ora) e un pacco di mascherine nuove. Alle 8.05 suona la campanella e come ai vecchi tempi inizia la prima lezione con il prof di storia, seguito da italiano e inglese. Non ci è concesso alzarci durante i cambi dell’ora o durante l’intervallo, siamo tutti invitati a stare seduti ai nostri banchi e a spostarci solo per raggiungere il bagno in caso di necessità. Possiamo mangiare, bere e scambiare due chiacchiere con il compagno vicino, ma in generale più si riesce a indossare la mascherina meglio è (non esiste un vero e proprio obbligo di indossarla per tutta la durata delle lezioni). La mattinata termina poi con l’ultima lezione di arte e alle 12, con il suono della campanella, termina il giorno del grande rientro.

Federica Costanzini

Liceo Paradisi-Allegretti