«Stalker condannato ma vivo ancora nel terrore»

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LA TIENE ferma e con un lungo paio di forbici le taglia l’abito, strusciando la lama sul suo corpo fino ad arrivare al collo; per poi minacciarla di morte. Sono queste le torture e le violenze che una donna ha subito per anni da parte dell’ex convivente. Ieri l’uomo, 39 anni, è stato condannato a due anni e otto mesi di carcere con le accuse di stalking e maltrattamenti. Lei, 43 anni, madre di due ragazzi, residente a Bomporto e impiegata in un’azienda a Nonantola, dopo anni di terrore sente che finalmente è stata fatta giustizia. Il dramma della donna, verbalizzato in decine di denunce, era iniziato a giugno 2015 quando all’uscita del locale Casanova, a San Pietro in Elda, trovò le ruote della sua Renault Scenic tagliate con un coltello. Seguirono pesanti persecuzioni: lui, lo stalker, le avvelenò il cane, cosparse di diserbante il suo giardino e, nel 2016, qualcuno diede alle fiamme anche la sua nuova auto.

«Quando ho sentito pronunciare la sentenza – afferma la donna, difesa dall’avvocato Michelangelo Strammiello – ho fatto un sospiro di felicità e ringrazio il mio legale ma anche l’operato della procura e del giudice. Non posso dirmi serena: ho ancora tanta paura ma sono contenta». La persecuzione nei confronti della donna era iniziata al termine della relazione: «Era violento e, dopo anni di minacce e violenze avevo deciso di lasciarlo. Quando ho visto che percorreva il mio corpo con un paio di forbici, tagliando il mio abito perché ero andata ad una cena di lavoro ho capito che dovevo denunciare. Eravamo stati insieme tre anni: era possessivo e violento; io ero il suo oggetto. Oggi come sto? Il terrore non mi ha mai abbandonata; lo incrocio ogni tanto e ho attacchi di panico. Spero che la condanna serva a tenerlo lontano». L’uomo dovrà risarcire la vittima con diecimila euro oltre alle spese legali. Inoltre partirà ora il processo civile per stabilire i danni morali».

v.r.