
Giorgio Virgili, dello Studio Legale Virgili
Diffamare costa. Oggi la maggior parte dei ‘rapporti’, soprattutto tra giovani si sviluppa in rete. I social rivestono una certa importanza, certo, ma non di rado si trasformano in canali su cui confluiscono odio e disprezzo tanto da divenire ‘contenitori’ di reati. Nella maggior parte dei casi di stalking le vittime vengono tempestate da messaggi e chiamate o subiscono revenge porn, caricamento di materiale sessuale esplicito ma sono aumentati in modo esponenziale anche i casi di diffamazione nei confronti di ‘sconosciuti’. Sono numerosi i procedimenti penali aperti nei confronti di chi ‘vomita’ odio on line nei confronti di politici, attori, star di successo o gente comune. Nel 2022 le denunce per diffamazione online sono state circa una settantina, legati anche alla ‘corrente No Vax’ mentre lo scorso anno sono stati una trentina. Ma attenzione: diffamare costa, come spiega l’avvocato Giorgio Virgili, dello Studio Legale Virgili che da anni si spende per combattere l’odio in rete. Il legale assiste numerosi Politici (senatori, presidenti di gruppi parlamentari, deputati, consiglieri regionali) e personaggi pubblici. "I procedimenti penali esistono, la giurisprudenza è consolidata e i tribunali sanzionano - afferma. Ad esempio sto seguendo ora il caso di un consigliere regionale accusato sui social di ‘pippare’ cocaina ma abbiamo una miriade di procedimenti in fase di indagini che spesso vengono chiusi prima di arrivare a processo. Abbiamo una miriade di procedimenti incardinati in tutta Italia. Spesso vengono chiusi prima di andare a sentenza in via transattiva su proposta dell’indagato/ imputato o del Giudice, che avanza un congruo risarcimento per il danno arrecato, poi accettato dalla persona offesa".
Avvocato, i casi sono quindi in aumento?
"Sono tantissimi i procedimenti aperti per diffamazione online e questo si è amplificato nel corso degli anni anche perché i giovani si rapportano soprattutto tramite social. Parliamo anche di casi gravi come quello di Giovanna Pedretti, morta suicida probabilmente a causa dell’ondata di insulti ricevuti per aver pubblicato (questa la contestazione) una finta recensione al fine di farsi pubblicità o quello di Matteo Mariotti. Si tratta del ragazzo che ha perso l’arto inferiore a causa dell’aggressione di uno squalo. Nonostante la gravità del fatto, è stato sommerso di offese perché dei suoi amici, mentre era in terapia intensiva, gli avevano organizzato una raccolta fondi finalizzata a sostenerlo economicamente per una protesi di qualità".
Secondo lei spesso non ci si rende conto dei rischi che si corrono digitando ‘gratuitamente’ offese sui social?
"E’ alquanto diffuso il fenomeno di considerare una sorta di zona franca il web, ove perpetrare qualsiasi tipo di condotta, anche quelle penalmente perseguibili, senza timore di conseguenze. Si rammenta che si è di fronte ad una platea di decine di migliaia di persone che visualizzano i commenti che vengono pubblicati. Se questi hanno un contenuto diffamatorio è doveroso (e lo stabilisce la norma) perseguire tali condotte, querelando o agendo in sede civile".
Eppure sono reati puniti in modo severo...
"Il diritto di critica è garantito dal nostro ordinamento all’art. 21 della Costituzione. Tuttavia, le espressioni attraverso le quali si estrinseca il diritto alla libera manifestazione di pensiero esigono una forma espositiva corretta (requisito della continenza) che non trasmodi nella gratuita aggressione dell’altrui reputazione. Ne consegue che ciascuna offesa social integra, da costante giurisprudenza, diffamazione aggravata poiché la condotta in tal modo realizzata è potenzialmente capace di raggiungere un numero indeterminato, o comunque quantitativamente apprezzabile, di persone’’. In caso di condanna, sia in sede penale che civile, l’importo risarcitorio verrà quantificato dal Giudice richiamando le cosiddette Tabelle Milano 2018 e 2021 . E’ importante non confondere il risarcimento con la multa. Quest’ultima è da versarsi, ove si dovesse esser condannati in sede penale, alle casse delle ammende (in favore dello Stato). Detto importo si aggiunge al risarcimento, ben più elevato".