VINCENZO MALARA
Cronaca

’Strada Facendo’ compie 30 anni : "La tradizione incontra sapori nuovi"

Il locale in strada Barchetta di chef Emilio Barbieri raggiunge un traguardo importante. Ieri sera la festa "Con il tempo ho rivisitato alcune ricette arricchendole ad esempio con Fave di Tonka e Yuzu".

’Strada Facendo’ compie 30 anni : "La tradizione incontra sapori nuovi"

’Strada Facendo’ compie 30 anni : "La tradizione incontra sapori nuovi"

Una storia lunga trent’anni, che affonda le radici parecchio tempo addietro, in un’avventura che sa di famiglia e tradizione. La data da stamparsi nella mente prima di iniziare questo racconto recita ‘11 giugno 1994’, giorno in cui il ristorante ‘Strada Facendo’ ha aperto i battenti in via Emilia Ovest 622. Tre decenni, impreziositi da una stella Michelin nel 2010, celebrati ieri sera con una grande festa fortemente voluta dal suo proprietario, nonché chef, Emilio Barbieri e sua moglie Rita Ronchetti (‘Antonella’ per tutti), sommelier ufficiale dell’attività.

Da un anno il locale si è trasferito nel bellissimo e antico mulino in strada Barchetta 351, gioiello riqualificato dallo stesso Barbieri, con tanto di cantina con oltre 800 etichette di vino e una piccola acetaia familiare. Qui la clientela può immergersi in un pezzo di storia – l’edificio è datato 1467 –, assaggiando i piatti con vista sull’argano originale che in passato muoveva le macine, visibile grazie ad alcuni lucernari vetrati ricavati nel pavimento.

Chef Barbieri, qual è l’origine di questa avventura?

"Sin dalla mia infanzia ho trascorso la mia vita immerso nei profumi e nei sapori della terra emiliana. Negli anni ‘60 mio papà Gino e mia mamma Sarita erano proprietari dell’albergo ristorante ‘Regina’ a Sassuolo, che nel 1966 ricevette anche il premio come migliore cucina emiliana. Già allora iniziai a fare esperienza un po’ in sala coi clienti e in cucina. Quando rientrai dal militare, decisi di mettermi in proprio con alcuni soci e aprii nel ‘72 un bar tabacchi in corso Canalchiaro. Un decennio dopo, nel 1982, rilevai il Caffè dei Portici in via Buon Pastore, poi a inizio anni ‘90 sentii l’esigenza di tornare alle mie origini e così è cominciata, nel 1994, l’avventura di ‘Strada Facendo’".

Da cosa nasce il nome del ristorante?

"Volevo rendere l’idea di un percorso di vita che proseguiva verso nuovi traguardi, poi ammetto che anche l’omonima canzone di Baglioni, di cui mia moglie era grande estimatrice (ride!), ha influito sulla scelta".

Che tipo di cucina proponevate agli esordi?

"Inizialmente abbiamo abbracciato la tradizione pura proponendo gnocco e tigelle. Ai tempi mi occupavo soprattutto della sala, poi però un paio d’anni dopo ho deciso di passare ai fornelli, dando sfogo alle mie passioni e capacità".

Può raccontarci di questa nuova fase, che prosegue tutt’ora?

"Preservando sempre la tradizione, mi sono orientato verso una cucina che la reinterpretasse, inserendo sapori nuovi. Per fare un esempio, iniziai a proporre un risotto avvolto in una cialda di Parmigiano Reggiano con chips di tosone. In tempi recenti ho cominciato ad arricchire i piatti con ingredienti come lo Yuzu e le Fave di Tonka, che in passato erano sconosciuti ai più".

Una tappa indelebile della vostra storia è la stella Michelin del 2010.

"Fu una sorpresa incredibile, un momento di grande emozione, specialmente perché la stella arrivò in una fase di crisi economica generalizzata e non era per niente scontata. Per me e mia moglie fu il coronamento di un duro lavoro fatto negli anni e diventò fonte di stimolo per migliorarci e alzare l’asticella nei nostri piatti".

Un altro cambiamento, il più recente, è quello del trasferimento nell’Antico mulino di strada Barchetta nel 2023. Perché questa scelta?

"È una location che avevamo in mente già dal 2000, quando ci innamorammo dell’edificio e lo comprammo. Sono seguiti anni in cui abbiamo riqualificato la struttura, tutelandone gli ambienti e le sue caratteristiche storiche. Poi finalmente nel 2023, dopo la difficile fase Covid, è arrivato il momento del grande passo di cui siamo felicissimi".

Cosa vede nel futuro del suo ristorante?

"Cammineremo con ancora più passione. Vogliamo continuare a fare innovazione, mantenendo intatte le radici emiliane. Solo ricordandoci da dove veniamo possiamo mantenere intatta la nostra voglia di scoprire e inventare piatti nuovi".