Svastiche sull’auto, è stato il vicino: «Una vendetta»

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E’ STATO SCOPERTO dai carabinieri chi ha disegnato diverse svastiche e una croce nella notte tra il 2 e il 3 settembre sull’auto di un 38enne senegalese in piazzetta Gazzadi, in centro. Un gesto che rimane razzista sebbene sia stato motivato, come ha riferito il responsabile nella sua ammissione davanti ai militari, dalla vendetta per «alcune ingiustizie» che riteneva di aver subito. L’imbrattatore è un operaio di 40 anni, italiano. Non si tratterebbe dunque di scarabocchi legati a una militanza xenofoba, come all’inizio si poteva pensare. Ma la reazione, ammesso che possa considerarsi un’attenuante, sarebbe stata suscitata da diverbi che duravano ormai da tempo. In particolare, il 40enne accusava l’altro di parcheggiare l’auto dove c’era un esplicito divieto e, avendo dei bambini piccoli, di fare rumore in diversi orari del giorno.

Da qui la decisione di ‘addobbargli’ l’auto con le croci uncinate. E chissà se le svastiche le avrebbe disegnate lo stesso se il vicino, invece che straniero, fosse stato un italiano. L’uomo è stato denunciato per danneggiamento.

È stato scovato dai carabinieri grazie al monitoraggio delle telecamere cittadine e l’acquisizione delle testimonianze di gente che abita vicino, anche per capire la natura e l’origine di un gesto che ha impressionato la città. Era tra l’altro l’unico ad abitare nella stessa zona del 38enne senegalese, con il quale in passato aveva avuto alcuni dissidi, sempre per incomprensioni di vicinato.

Il sospettato è stato condotto in caserma dove, messo di fronte all’evidenza dei fatti e consapevole che i carabinieri avessero capito tutto, ha confessato le sue colpe spiegando di aver impugnato una bomboletta spray di vernice bianca e di aver, dopo essersi guardato attorno, vandalizzato i vetri della vettura con l’intendo di punire e, al tempo stesso, spaventare l’immigrato.

Elogi ai carabinieri arrivano dal sindaco Gian Francesco Menani: «Ottimo lavoro in un’attività d’indagine tanto delicata quanto precisa e veloce che ha saputo individuare l’autore di un gesto deprecabile che rischiava di creare allarme e destabilizzazione in città». Il primo cittadino ha ricordato di aver «immediatamente condannato un gesto che lasciava presupporre matrici razziste ed apprendo con piacere e sollievo la notizia che l’atto, che comunque rimane deprecabile, insensato e vile, non abbia alla base origini di quel tipo ma semplicemente un diverbio precedente tra i due. In una società civile gesti di questo tipo non dovrebbero assolutamente esistere e a fronte anche della peggiore delle discussioni, il dialogo dovrebbe sempre e comunque prevale rispetto a qualsiasi tipo di ritorsione».

Gianpaolo Annese