
Taurasi: "Io candidato Pd? . La scelta sarà collettiva"
Il suo nome è tra quelli che maggiormente circolano in vista delle elezioni di giugno 2024: Giovanni Taurasi, 52 anni, in quota PD, candidato sindaco di Carpi? Lo storico Taurasi non si sbottona ancora al riguardo. Certo, la politica l’ha nel sangue: per 15 anni consigliere comunale, concludendo l’esperienza nel 2014 come presidente del Consiglio comunale. Autore di libri, mostre e spettacoli storici, dal 1997 lavora nella pubblica amministrazione; attualmente all’assessorato cultura della regione Emilia Romagna.
Scenario politico carpigiano: Taurasi qual è la sua opinione al riguardo?
"La nostra città sta cambiando profondamente, dal punto di vista demografico, economico, sociale e culturale e la trasformazione genera sempre inquietudine. In questo scenario le forze politiche si posizionano diversamente. Il centrosinistra deve intercettare i comprensibili sentimenti di preoccupazione per il futuro, comprenderli e trasformarli in speranza".
Il suo nome è spesso stato citato in riferimento alle elezioni amministrative del 2024. Si candida?
"Devo deluderla, ma io faccio parte del PD, e prima di prendere una decisione simile ne devo discutere col mio partito e poi, come diceva il tenente Colombo, devo dirlo a mia moglie. Non sono decisioni individuali, ma collettive. Il PD ha deciso un percorso di confronto con le forze politiche e civiche, con l’obiettivo di costruire un’alleanza larga e un progetto credibile. I nomi verranno dopo".
Come verrà scelto illa candidata di questa ipotetica alleanza?
"Il PD deciderà chi candidare, così come le altre forze coinvolte, che penso dovranno essere tutte le forze politiche e civiche alternative o distanti dalla destra. Noi non abbiamo la pretesa di scegliere illa candidatoa degli altri, nemmeno gli altri possono avere tale pretesa nei nostri confronti. Se ci sarà un nome unitario bene, altrimenti faremo le primarie aperte e possibilmente di coalizione, per confrontarsi su un’idea di città. Le primarie potranno innescare un processo di partecipazione, ascolto e confronto con la città, per costruire il programma elettorale".
Lei ha la politica nel DNA: cosa sta succedendo al PD carpigiano?
"Il PD, non solo a Carpi, ha bisogno di riconnettersi con la vita reale delle persone. Per farlo occorre uscire dalle stanze di partito o dalla bolla dei social, e andare nei luoghi di lavoro, svago, impegno sociale, studio. Quale migliore occasione che la campagna elettorale? Però occorre partire. Altrimenti i cittadini voteranno in base a quello che vedono in TV o leggono sui social. Invece noi dobbiamo ascoltarli e poi provare a fornire qualche soluzione ai loro problemi".
S’identifica ancora in questo partito?
"In un partito non ci s’identifica, perché altrimenti ne avremmo 60 milioni, come gli allenatori della nazionale. Ognuno deve mantenere la sua autonomia. A un partito si aderisce se si condivide un quadro di valori e ci si sente in una comunità politica. Io ci sono dalla sua fondazione. A volte ho condiviso la linea del segretario di turno, altre volte meno. Se il PD mantiene la sua natura plurale, inclusiva e di centrosinistra, sensibile ai diritti civili quanto a quelli sociali, al mondo del lavoro quanto a quello dell’impresa, insomma, se rimane ancorato al progetto originario, è il mio partito. Vorrei però che si preoccupasse di più dell’inverno demografico. La questione più preoccupante del nostro Paese".
L’assoluzione dell’ex vice sindaco Simone Morelli ha portato un certo scompiglio sia a sinistra che a destra, lei che idea si è fatto?
"Da una decina d’anni non ho nessun ruolo politico. Per usare una citazione cinematografica ‘In questi anni sono andato a letto presto’ e ho letto sui media della vicenda come tutti. Si è chiusa una lunga, troppo lunga, vicenda giudiziaria. Prendo atto della sentenza. Penso che i carpigiani siano più interessati allo ‘scompiglio’ che riguarda la sanità, il lavoro, la sicurezza, il carovita e che su questa storia sia arrivato il momento di voltare pagina".
Maria Silvia Cabri