Tentano di stuprare una 16enne. Ancora latitanti i tre aggressori. Salta l’udienza preliminare

Avevano cercato di violentare la studentessa due anni fa. L’unico identificato risulta irreperibile. La minore riuscì a fuggire dal branco: trovò rifugio all’interno di una scuola poco distante.

Tentano di stuprare una 16enne. Ancora latitanti i tre aggressori. Salta l’udienza preliminare

Tentano di stuprare una 16enne. Ancora latitanti i tre aggressori. Salta l’udienza preliminare

di Valentina Reggiani

Ha avvertito dei passi alle spalle. Quando si è girata, intimorita, si è resa conto che quel trio di sconosciuti la stava inseguendo. Ha provato così ad accelerare il passo ma, poco dopo, se li è trovati addosso. In tre, infatti, l’avrebbero accerchiata, spinta contro al muro e immobilizzata mentre uno dei tre tentava di aggredirla sessualmente. E’ quanto denunciato da una studentessa 16enne circa due anni fa. Ieri mattina, davanti al giudice Dottoressa Clò si sarebbe dovuta svolgere l’udienza preliminare nei confronti di uno dei tre presunti responsabili della violenza sessuale ma la stessa è stata rinviata: l’unico ad oggi identificato, infatti, risulta irreperibile. Per quell’aggressione a sfondo sessuale, dunque, nessuno potrebbe mai dover ‘pagare’ i conti con la giustizia.

L’episodio sarebbe avvenuto appunto due anni fa e in pieno giorno. La ragazzina – in base a quanto emerso dalla denuncia – stava percorrendo la strada, sul marciapiede nella zona di Carlo Sigonio. La studentessa si sarebbe accorta di una ’presenza sospetta’ alle spalle: tre giovani, poco più coetanei, di nazionalità ghanese o nigeriana che la stavano seguendo con insistenza.

La 16enne avrebbe così provato ad accelerare il passo ma, poco dopo, sarebbe stata accerchiata dai tre stranieri. In due, dopo averla strattonata, l’avrebbero quindi tenuta ferma mentre il terzo tentava di toglierle i vestiti. La minore sarebbe però riuscita a divincolarsi per poi fuggire e trovare rifugio poco distante, all’interno di una scuola.

La ragazzina avrebbe poi chiamato la polizia, raccontando l’accaduto e subito sono scattate le indagini che hanno portato gli agenti ad identificare uno dei tre presunti responsabili. La procura ha chiesto quindi il processo per il giovane africano, accusato di violenza sessuale aggravata ma ieri l’udienza è saltata. Il ragazzo, infatti, risulta irreperibile. Difficilmente, quindi, l’imputato sarà processato per il grave gesto commesso.

E’ stato invece condannato ieri mattina a quattro anni e quattro mesi di carcere un giovane 30enne di Nonantola accusato di aver maltrattato per anni la compagna, picchiandola anche davanti ai figlioletti.

L’uomo avrebbe più volte minacciato la ex compagna di morte, arrivando ad estorcerle denaro per acquistare droga ma anche a rapinarla della borsetta, rompendole il labbro con un pugno affinchè gli consegnasse altro denaro. "Tra tre mesi capiremo le motivazioni che hanno spinto il Giudice ad emettere una sentenza di condanna – afferma il legale della donna, l’avvocato Alessandro Ariemme. Non vi é il dubbio per gli episodi di estorsione e di maltrattamenti ammessi dallo stesso imputato, di certo abbiamo la curiosità di comprendere la diminuzione della pena di un anno, rispetto ai 5 anni e 4 mesi richiesti dalla Procura della Repubblica in sede di requisitoria".

invece il percorso nel centro ’Liberiamoci dalla violenza’ un giovane moldavo di Vignola finito a processo per maltrattamenti nei confronti della moglie. A differenza di altri casi la denuncia da parte della vittima e la successiva apertura del procedimento ha fatto sì che la coppia si riavvicinasse: il ragazzo, infatti, rappresentato dall’avvocato Matteo Dorello si è detto pentito dei gravissimi gesti commessi ai danni della compagna che ha scelto di stargli accanto durante tutto il percorso. Per questo motivo, per verificare il corretto svolgimento del percorso all’interno del centro da parte dell’imputato ieri mattina l’udienza preliminare è stata rinviata. La difesa ha chiesto di poter patteggiare la pena.

La vittima delle violenze aveva denunciato il convivente dopo essere stata più volte minacciata e picchiata dal compagno. Temendo per la propria incolumità la ragazza, nel corso dell’ultimo episodio, che risale allo scorso anno si era quindi rivolta alle forze dell’ordine. Dinanzi al pentimento dell’imputato, però, ha deciso di stargli accanto durante il ‘trattamento’ presso la struttura, in cui il ragazzo si sottoporrà ad un programma volto a ‘liberarlo’ dalla violenza.