Un po’ La versione di Barney di Mordecai Richler, un po’ Il Maestro e Margherita di Bulgakov e l’ironia magistrale di Woody Allen. Tutto questo è ’Provaci ancora, Radetzky’, romanzo distopico, e a tratti grottesco, che Roberto Barbolini (classe ’51 di Formigine) ha dato alle stampe nel 2012 e che oggi, grazie alle fortune della prima, viene ristampato nella sua seconda edizione, curata da ’WriteUp’ nella collana Ucronia, quella che propone storie ’con i se e con i ma’ senza stare troppo a guardare, per una volta, il rigore accademico. Per intenderci: la seconda edizione del libro (154 pagine) contiene anche il racconto La festa dello zio Ciro. Pagina dopo pagina, il lettore scoprirà che il Ciro in questione è il nostro Menotti, coinvolto per l’occasione assieme a Misley e ad altre figure riconoscibili nel Risorgimento in un caos temporale che combina assieme carbonari e terroristi rossi, ceramiche sassolesi e speculazioni ducali, come se la Storia con la ’s’ maiuscola avesse rimescolato le carte. Lo stesso percorso ’ucronico’ lo si affronta leggendo il romanzo’ Provaci ancora, Radetzky’, dove il protagonista, che ama la ragazza Carla e odia i levrieri, ma soprattutto Il Piccolo Principe di Saint-Exupéry, si appassiona a un videogame in cui è possibile riscrivere la storia del Risorgimento, ma si troverà ben presto coinvolto in una sorta di realtà parallela; passato e presente si mescolano disegnando i contorni di un futuro distopico.
Potere alla fantasia, che dalla Storia crea mondi nuovi e punti di vista alternativi. Fantasia descritta da una penna che ha bisogno di ben poche presentazioni: La strada fantasma, L’uovo di Colombo, Vampiri conosciuti di persona sono solo alcuni dei titoli delle opere che Barbolini ha firmato nel corso della sua carriera che lo ha portato anche a scrivere per numerosi giornali, compreso quello che state leggendo in questo momento.