"Tra i medici calo rilevante dei contagi Ma non dimentichiamo chi ha perso la vita"

Nicolino D’Autilia, vice presidente dell’Ordine: "La campagna vaccinale va troppo a rilento per la carenza di dosi disponibili "Attenzione alle proposte del mercato parallelo: i canali della falsificazione dei farmaci sono in continua espansione"

Migration

di Valentina Reggiani

Oggi si celebra la giornata nazionale in memoria dei medici morti per Covid. Anche i camici bianchi modenesi saranno collegati con Roma, durante l’assemblea annuale dell’Ordine, per esprimere la propria vicinanza ai colleghi caduti: 320 in Italia, una decina nel nostro territorio dall’inizio della pandemia.

In contemporanea a Codogno sarà inaugurata una targa della commissione dei medici Europea, di cui Nicolino D’Autilia è vice presidente, in cui si commemorano tutti i medici deceduti in Europa a causa del covid. "Paliamo di mille medici che hanno perso la vita – sottolinea D’Autilia –, anche se alcuni paesi sono reticenti a fornire i dati relativi ai colleghi deceduti".

Come si sta comportando l’Europa sul tema vaccini?

‘Diciamo che il quadro europeo è sovrapponibile a quello italiano, con l’unica eccezione della Gran Bretagna. In alcuni Stati si stanno creando grossi problemi sulla scelta delle categorie più a rischio, anche se c’è una ovvia preferenza sugli anziani. In Europa, come sta avvenendo anche in Italia stanno emergendo in maniera significativa alcuni temi di natura etica e bioetica riguardanti le categorie a rischio. Ad esempio nei paesi nordici ci si sta chiedendo se non fosse più opportuno vaccinare le categorie di soggetti ‘utili’ per la società; quindi i lavoratori 40 e 50enni mentre in Grecia stanno vaccinando tutti i residenti nelle isole perchè questo favorirà la ripresa del turismo e quindi dell’economia".

Lei che ne pensa?

"Indubbiamente la vaccinazione degli anziani è un grosso dovere etico, anche se la definizione di anziano comincia a vacillare. Ormai parliamo di grandi anziani, persone di 90, 95 anni. La scelta di vaccinare i soggetti ‘utili’ nella società è una riflessione che va fatta. Tutti parlano di vaccinare il personale scolastico, che è doveroso così come lo sarebbe vaccinare gli operatori dei trasporti che sono soggetti esposti a rischio. Le forze dell’ordine, ovviamente. Spero che con l’ampliamento di Astrazeneca si riesca a coprire anche questa fascia di persone".

Come mai inizialmente Astrazeneca era riservato agli under 55?

"Avendo fondato il comitato etico a Modena occorre sapere che quando si mette in programma una sperimentazione con medicinali - e il vaccino è uno di questi - dalle case farmaceutiche vengono presentati i protocolli di sperimentazione che prevedono passaggi ben precisi: studi condotti fino a quel momento e, naturalmente, viene presentato un target di popolazione e la patologia. Nel caso di Astrazeneca il vaccino era stato testato fino a soggetti fino a 55 anni. Tutti i farmaci soggetti a sperimentazione hanno un protocollo assicurativo chiamato a pagare gli eventi avversi e ben preciso, altrimenti non passa dal comitato etico. Per ampliare la platea Astrazeneca si è adeguata e le autorità regolatorie hanno poi dato l’assenso, allargando fino a 65 anni".

La situazione a Modena?

"Fino ad ora il 50% dei soggetti in assistenza domiciliare integrata sono stati vaccinati dai medici di famiglia con gli infermieri; in questo momento sono 1800 e quindi la metà è coperta. Nei prossimi giorni si procederà con gli altri. Il problema vero di questa campagna vaccinale sono i ritmi lenti a causa della carenza di forniture. Questo perchè c’è stato questo ‘smacco’ da parte di Pfizer: evidentemente nei contratti era reale l’impegno a consegnare entro marzo; poi si è aggiunta la ristrutturazione del sito e qualcuno, come Israele, se li è comprati per conto proprio. Spero che le dosi arrivino quanto prima perchè resta il concetto di fondo più volte detto dai virologi: dobbiamo raggiungere una percentuale importante ma se le cose vanno a rilento ci accontenteremo del 50%. Vediamo cosa propone il nuovo Governo per sveltire la situazione. Il problema vero è il numero delle dosi poi occorre mettere in campo tutte le risorse disponibili. E’ anche vero che ci sono Regioni che sono state più brave".

C’è chi ha acquistato le dosi ‘in autonomia’?

"Anche, ma occorre stare attenti perchè sullo sfondo c’è il problema dei falsi vaccini. Molti anni fa me ne sono occupato perchè il mercato della falsificazione dei farmaci è in continua espansione e ha le basi in India e negli Emirati Arabi. Vaccini falsi messi in commercio con etichette ‘vere’ e non possiamo correre questo rischio. Ci sono organizzazioni criminali che su questo lucrano parecchio; con catene ben precise che passano attraverso i paesi dell’Est Europa".

Per quanto riguarda la situazione ’no vax’ tra i medici?

"In questo momento il 90% dei medici di medicina generale nella nostra provincia si è vaccinato. Purtroppo parecchi si sono ammalati e per questo avranno il vaccino tra qualche mese".

Secondo lei dall’inizio della campagna vaccinale qualche risultato si è visto?

"Tra i medici, certificato, c’è stato un calo rilevante dei contagi. Anche perchè tutti continuiamo comunque ad adottare le stesse misure di protezione: mascherina, distanziamento. Altro dato chiarissimo, epidemiologico è che non si vedono le influenze. Questo perchè molti cittadini si sono vaccinati, sapendo che avrebbero avuto un ‘terreno immunitario’ migliore. E l’isolamento ha funzionato".