Tra la vita e la morte: tutti i colori di Vandelli

Il pittore di San Felice protagonista di numerose personali. "Mi ispira tutto quello che mi segna, dalla quotidianità ai pensieri esistenziali"

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di Maria Silvia Cabri

Entrare nell’universo artistico di Marcello Vandelli, pittore originario di San Felice sul Panaro, con alle spalle personali in tutta Italia, significa non solo conoscerne l’arte, ma entrare nella sua stessa esistenza. Per Vandelli, infatti, non c’è distinzione tra vita e pittura: "Dipingere è come una ‘droga’ per me, la sola cosa che mi fa sentire pienamene vivo".

I suoi quadri, tutti di grandi dimensioni, che lui ama creare nel fienile vicino a casa sua a Camposanto, sono fortemente ricchi di simbologia. Persone, specie anziani e bambini quali espressione di fragilità, ma anche donne, nelle loro femminili sfaccettature. Marcello Vandelli è stato un bambino eppure, nel guardare la sua produzione artistica, l’impressione che si ha è che a sessantadue anni quella piccola figura rimarrà eterea continuando in maniera non troppo silente a primeggiare, rincorrendo il mondo con la curiosità negli occhi, con l’entusiasmo di chi ha conosciuto la semplicità ma anche la disperazione, volendo esprimerle entrambe.

Vandelli nasce figlio unico e proprio questa solitudine, diverrà il suo più grande propulsore artistico. Ossessionato dalle problematiche della vita e della morte, i pensieri si trasformano in parole, colori, forme, rappresentando la condizione esistenziale dell’uomo moderno, afflitto dalla solitudine, dall’incomunicabilità, dell’angoscia. "Dipingo per lanciare messaggi – spiega l’artista, individuando una forte simmetria tra la pittura e la musica –. Per fare sentire la mia disperazione: solo in questo modo il mio animo inquieto trova uno sfogo". Tre le costanti di ogni sua opera: concetto, colore, titolo. Lui che ama il bianco e nero ma che estremizza con il colore, lasciando però al bianco le figure più significative dei suoi quadri. "Cosa mi ispira? Tutto quello che mi lascia un segno, dai piccolo momenti della vita quotidiana ai pensieri esistenziali, che interpreto secondo il mio sentire". A Vandelli piace osare e riesce a farlo libero da preconcetti e costrizioni tanto da ricorrere al simbolismo proprio per introdurre nelle sue opere la sua stessa figura. Un bambino che si divide in due a causa di un grande dolore, sicuramente legato alla improvvisa morte del padre, nell’opera dal titolo ‘La Solitudine’, fa ben comprendere come, al di là dell’effetto visivo ciò che colpisce è il messaggio intrinseco che l’osservatore riceve e che ha la potenza di distaccare tutto il resto. Un pittore autodidatta e fortemente anche social: ha 12mila followers su Facebook, 31mila su Instangram e 112mila su Twitter. Quando pubblica, viene commentato in media da 500 persone, e a tutte risponde. La sua forza sta nella potenza espressiva che le opere sprigionano ed il richiamo a condizioni esistenziali che appartengono a tutti, e che lungi dal distanziare, unificano.